Un libro: Terra di confine

di Brian McGilloway

Edizioni BD (Collana Revolver) – Pagg. 268 – € 13,50

Trama: C’è una lingua di terra che corre tra Repubblica d’Irlanda e Irlanda del Nord. Al centro di essa, a Lifford, viene trovato sotto la neve il cadavere di Angela Cashell, una ragazzina di quindici anni.

L’indagine è affidata all’ispettore Ben Devlin della Garda Police, la polizia nazionale irlandese. Unici indizi: un anello con una pietra di luna ed una vecchia fotografia.

In gabbia, intanto, finisce il padre della ragazza, Johnny Cashell, colpevole di aver appiccato il fuoco, insieme ai fratelli, a un accampamento di nomadi per farla pagare a un certo Whitey McKelvey.

È Whitey l’assassino di Angela? È lui che ha cercato di vendere l’anello a un banco dei pegni e che si trovava insieme alla ragazza la notte dell’omicidio?

Alla ricerca di risposte, Devlin sprofonda in una storia nerissima. Un rompicapo maledetto, in cui ogni indizio rimanda a un passato tragico consumato in quella terra di confine.

Letto da: Paolo

Opinione personale: Alcuni giorni fa, scrivendo la mia opinione su Il Piromane mi chiedevo se  non sono io ad essere troppo esigente, tuttavia questo libro è la conferma che ci sono autori in grado di scrivere polizieschi ben fatti, che catturano il lettore, senza effetti speciali o trame improbabili, ma al contrario con una storia in realtà semplcie una volta che si è riusciti a svelare lo schema dei delitti.

Interessante l’ambientazione, nell’Irlanda di confine, un territorio freddo e duro; l’IRA è in disparte, ma in realtà è sempre presente, con i suoi legami di sangue, una realtà quella della Garda lontana da CSI, con un lavoro investigativo che si compie ancora sul campo; l’ispettore Devlin, fallibile come tutti, qualche errore lo fa, tuttavia lo paga in prima persona.

Non entro nello specifico della trama, per non rovinare la lettura a nessuno, tuttavia in questi ultimi giorni ho forzato i tempi dedicati alla lettura e questo qualcosa vorrà dire. 😉