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Da chi si droga in corsia d’emergenza a chi si ferma per le Frecce tricolori. No, l’autostrada non è una pista

Nell’immaginario collettivo, l’autostrada è “quasi come una pista“. Cioè l’unico “ambiente” aperto al traffico in cui ragionevolmente non ci si devono aspettare intoppi come veicoli lenti o che si fermano all’improvviso, pedoni, animali, buche eccetera.

Anche la giurisprudenza conforta spesso questa visione. Poi, paradossalmente, non pochi di noi quando hanno una necessità in autostrada si comportano esattamente come farebbero su una normale cittadina: avete presenti quelli che accostano in corsia di emergenza o su una piazzola di sosta solo per una pipì che potrebbero fare anche nell’area di servizio che sta dieci chilometri dopo?

Così, soprattutto durante gli esodi estivi, l’autostrada diventa una “città lineare” (definizione azzeccata che rubo a Roberto Sgalla, ex-capo della Polizia stradale e grande uomo di comunicazione, nonostante sulla sua immagine di comunicatore pesino le conferenze stampa che dovette organizzare al G8 di Genova come portavoce del capo della Polizia, come ci ha ricordato in primavera il film “Diaz”).

In questa città lineare, capita di tutto. Ma proprio di tutto. Soprattutto durante l’esodo.

Qualcosa vi raccontai … segue …

viaStrade sicure – Da chi si droga in corsia d’emergenza a chi si ferma per le Frecce tricolori. No, l’autostrada non è una pista.

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Questa voce è stata pubblicata il 18 agosto 2012 da in Il mondo dell'automobile (e non solo), Leggo & Pubblico, Sicurezza stradale con tag , , .