di Pietro Del Re
Ediz. La Lepre – Pagg. 160 – € 16,00
Trama: Che cosa ci fa un lupo morto accanto al cadavere di una ragazza orrendamente dilaniato dai cinghiali, scoperto da un cacciatore nella radura di un’alta valle umbra? Il professor Agostino Gatti, predestinazione del nome, è uno dei massimi esperti al mondo del gatto selvatico europeo e un gran conoscitore della fauna appenninica. Per questo motivo, ogni volta che un allevatore denuncia l’uccisione di una pecora, Gatti viene consultato per appurare se a sgozzarla sia stato un lupo o un cane inselvatichito. A lui, la polizia di Perugia chiede quindi di esaminare il lupo ritrovato nella radura. Non è stato l’animale a uccidere la ragazza, ma si tratta di un omicidio.
Con l’aiuto dei due amici di una vita il professor Gatti condurrà un’inchiesta parallela a quella ufficiale, scoprendo che l’alta valle è abitata da gente fiera e testarda, ma anche da personaggi tanto inquietanti, quanto violenti. In questo “giallo etologico”, le storie di animali si confondono con quelle di un’umanità ancora aggrappata a un passato contadino che non sempre riesce a mettersi al passo con il presente.
Letto da: Paolo
Opinione personale: Diverso dai soliti gialli ed interessante grazie alle nozioni di zoologia seminate da Gatti a sostegno di quasi ognu sua riflessione; la storia di per sè è piacevole, fermo restando la brutalità della morte di Domitilla, anche se ho qualche perplessità sulle modalità che hanno portato alla sua morte e, di conseguenza, alla risoluzione del caso dai tre investigatori improvvisati.
Inizialmente ero poco propenso a prendere per buona la forte amicizia fra i tre, resa instabile a mio vedere dall’omofobia di Gatti che mal si concilia con l’omosessualità di Raniero, ma in realtà ho ripensato a quell’aforisma (non ricordo di chi) e che da sempre è fondamentale nella mia vita ovvero: Amico è chi sa tutto di te e “nonostante questo” ti è Amico.
Appunto, l’amicizia, quella vera, intensa, profonda, non fa distinzioni di classe od orientamento sessuale e, per quel che mi riguarda, di sesso ovvero credo nell‘amicizia fra uomo e donna.
Tornando al libro, resta in ogni caso una piacevole lettura, ed anche se non raggiunge i livelli di Malastagione di Guccini & Macchiavelli, che per me è una punto di riferimento, in ogni caso l’ambientazione è uno dei punti di forza di questa storia.
P.S. Un piccolo appunto a Raniero Ranieri. Mi si vuol far credere che uno che fa affari milionari non sa che le bollette si possono far pagare automaticamente in banca? E nel contempo che mesi di bollette non pagate non comportino nessuna conseguenza pratica? 😉
Oggi una novità ovvero L’incipit:
Peppe Brandi interpretò quel volo di poiane, così insolitamente mattiniere, come un cattivo presagio. S’era alzato poco prima dell’alba, e una ventina di minuti dopo era già fuori di casa con la doppietta in spalla. Una volta varcato l’uscio si fermò a contemplare la sinuosa dorsale dei Sibillini: ancora racchiusi nell’ombra, i monti si stagliavano all’orizzonte come incisi in un cammeo rosa pallido.