in sintesi, un articolo che leggo su Il Salvagente
Promosse come metodo sano e “indolore” per smettere di fumare, bocciate dall’organizzazione mondiale della sanità, poi vietate in Italia agli under 16, le sigarette elettroniche (di cui Il salvagente si è occupato più volte, in modo approfondito) sono ancora al centro del dibattito scientifico.
Secondo una ricerca presentata al congresso della Eupean Respiratory Society di Vienna dimostrerebbe infatti che i congegni elettronici sono in grado di danneggiare i polmoni quasi quanto le sigarette tradizionali.
La ricerca, condotta dagli studiosi dell’università di Atene è stata condotta per verificare gli effetti a breve termine delle cosiddette ‘e-cig’, su persone diverse: ha così arruolato 8 non fumatori e 24 tabagisti, di cui 11 con funzione polmonare normale e 13 con Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) o asma.
Ogni volontario ha utilizzato una sigaretta elettronica per 10 minuti. I ricercatori greci hanno poi misurato l’aumento della resistenza delle vie aeree (broncocostrizione) mediante una serie di test, compreso quello spirometrico.
I risultati hanno mostrato che, nei soggetti sani, c’è stato un aumento statisticamente significativo della resistenza delle vie aeree in media del 182-206%, che perdura per 10 minuti. Ciò significa che le vie respiratorie hanno “opposto resistenza” a passaggio dell’aria, restringendosi.
Nei fumatori con spirometria normale, l’aumento è risultato in media pari a +176-220%. Nei pazienti con Bpco e asma, invece, l’uso di una e-cig sembra invece non avere un effetto immediato, in quanto le vie respiratorie sono già compromesse.
I risultati della ricerca sono sufficienti perché l’Ers ribadisca di “seguire le linee guida ufficiali sui trattamenti per smettere di fumare, con sistemi basati sulle evidenze cliniche che non sostengono l’uso di tali prodotti”.
Un vero peccato per i supporter delle sigarette elettroniche: appena poche settimane fa i dispositivi avevano ottenuto il “lasciapassare” dei cardiologi, che dopo avere esaminato alcuni studi hanno decretato che non sono dannose per il sistema cardiocircolatorio.