L’allarme di Greepeace: nell’Adriatico non c’è più pesce azzurro
un articolo che leggo su Il Salvagente
Il pesce azzurro dell’Adriatico è a rischio estinzione.
La denuncia rriva da Greenpeace, che oggi ha pubblicato il rapporto “Blu gold in Italy“, nel quale denuncia come i metodi di pesca utilizzati nei nostri mari stanno mettendo a rischio uno dei più importanti patrimoni del Belpaese.
Alcune specie, si legge, sarebbero addirittura già scomparse.
Colpa soprattutto della “volante a coppia” , principale metodo di cattura utilizzato dai pescherecci tricolore, che consiste in una rete sospesa a mezz’acqua trainata contemporaneamente da due imbarcazioni “gemelle”.
“I dati scientifici degli ultimi 40 anni mettono in evidenza la scomparsa di acciughe e sardine in Adriatico. È colpa del crescente numero di imbarcazioni autorizzate dal governo a pescare queste popolazioni ittiche, anche grazie all’artificio delle licenze di “pesca sperimentale”, che di sperimentale hanno ben poco dal momento che, alla fine, sono state “regolarizzate””, denuncia Greenpeace.
“La diminuzione di alici e sardine, causata dal loro sovra sfruttamento, è direttamente proporzionale all’aumento dei prezzi di mercato che stimolano l’incremento della pressione di pesca”, si legge ancora nella nota stampa.
Greenpeace lancia così un appello alla politica italiana:
“L’Italia, a fronte di una flotta di pesca tra le maggiori in Europa, appare riluttante ad applicare i regolamenti di pesca dell’UE. Problemi come questi non sono limitati al nostro Paese e devono essere risolti dalla riforma, in corso, della politica comune della pesca. Ed è per questo che chiediamo ai governi dell’UE e al Parlamento Europeo di concordare nuove leggi per arrivare a una pesca sostenibile”.
È urgente, insomma, che la Commissione chiarisca qual è il ruolo della “pesca sperimentale” nel nostro e negli altri Paesi comunitari, perché si tratta di un vero e proprio “sommerso” delle attività di pesca, che mina ogni piano di recupero degli stock.
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