una cosa che non è citata nell’articolo e che è sconosciuta ai più, a quanto ho visto parlando con amici e familiari, è la Classe climatica dei frigoriferi che per assurdo comporta lo spegnimento degli stessi nel momento in cui servirebbero di più ovvero quando fa caldo; quest’estate abbiamo avuto notevoli problemi con il frigorifero, un modello che avrà un pò più di 15 anni, e francamente ritengo che il problema fosse proprio quello della Classe Climatica dato che ora non abbiamo più problemi.
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un articolo di Roberto La Pira cheleggo su Il Fatto Alimentare
La stragrande maggioranza dei frigoriferi presenti nelle case degli italiani non rispetta la catena del freddo.
La temperatura risulta superiore ai 5° C nell’80% del tempo. È quanto emerge da un’indagine condotta dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Veneziesui frigoriferi di 116 famiglie di dipendenti.
«I risultati dello studio – spiega Veronica Cibin ricercatrice dell’istituto Zooprofilatico Sperimentale delle Venezie – confermano quanto già descritto da altri autori, ed evidenziano come la maggior parte dei frigoriferi domestici non rispetta la catena del freddo. Il valore medio rilevato all’interno degli elettrodomestici di casa è stato di +7,2°C. Più precisamente nella parte alta il valore medio registrato è stato di +6,9°C, sceso a +6,6°C in basso. Il record negativo si raggiunge nella portiera dove solitamente si tengono latte e uova dove l’indice medio indica +8,0°C».
La prova è stata realizzata tra il mese di settembre 2010 e aprile 2011, consegnando al gruppo di volontari tre termometri (più sofisticati rispetto a quelli reperibili nei punti vendita) da posizionare sul ripiano superiore, inferiore e nella portiera. I dispositivi hanno registrato ogni 15 minuti per sette giorni la temperatura interna. Come era facile aspettarsi i valori misurati in corrispondenza della portiera sono risultati più elevati di oltre un grado rispetto a quelli del ripiano superiore.
Si tratta di una situazione su cui occorre riflettere , considerando che latte, carne e pesce fresco, oltre a buona parte dei latticini come ricotta e formaggi molli, dovrebbero essere conservati a una temperatura massima variabile da +4°C a +6°C . Si tratta di una situazione che inficia tutti gli sforzi della filiera produttiva impegnata a rispettare la catena del freddo, da quando vengono selezionate le materie prime sino a quando il prodotto viene venduto.
L’aspetto paradossale è che molta gente si preoccupa giustamente del buon funzionamento dei frigoriferi dislocati nei supermercati, ma ignora che nella stragrande maggioranza dei casi la temperatura dell’elettromestico di casa è troppo elevata.
A questo elemento si somma il dato della letteratura scientifica che indica nelle errate modalità domestiche di conservazione, di manipolazione e di cottura la principale causa delle patologie alimentari.
Dopo avere letto l’esito della ricerca è lecito chiedersi se la maggior parte dei frigoriferi è in grado di garantire una temperatura di +4° C. o se i consumatori usano male l’elettrodomestico.
In questo caso basterebbe inserire all’interno del frigorifero un termometro (non un termostato come accade adesso), per facilitare il controllo del freddo.
L’altra ipotesi è regalare ai clienti che acquistano un nuovo apparecchio un termometro per misurare la temperatura interna.
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Il problema della classe climatica è per l’appunto citato nel mio commento in aperture del post 😉
Il problema non è solo questo, Molti frigo venduti sono di classe climatica inadatta a dove sono montati (specie se d’estate c’è caldo (T>32°C)o sono messi in cantina (T32°C scegliere un ST (18<T<38) e nel caso della cantina un un SN (10<T<32). O, per tagliare la testa al toro prendere un SN-T (10 < T < 43). Attenti però che SN-T non è SN/ST (16<T<38)
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