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Per fermare l’abusivismo ed il consumo del suolo…

02Per fermare il consumo di suolo: revisione delle norme che tutelano il paesaggio, imposizione di limiti al consumo di suolo anche per le aree non agricole e aggravamento delle sanzioni contro l’abusivismo.

In Italia il suolo viene consumato al ritmo almeno di 75 ettari al giorno. Dal 1991 al 2001 (Dati dell’Agenzia Ambientale Europea), pur registrando una stabilità demografica, le città continuano a crescere di 8.500 ettari all’anno.

Nei prossimi 20 anni la superficie occupata dalle aree urbane crescerà di circa 600 mila ettari, raffigurabile come un quadrato di 6.400 kmq. Negli ultimi 50 anni, persino quei Comuni che si sono svuotati a causa dell’emigrazione sono cresciuti di oltre 800 mq per ogni abitante perso.

Si stimano 1 milione e 700 mila alloggi abusivi abitati da circa 6 milioni di abitanti per una superficie illegale totale di 800 milioni di metri cubi nonostante ben 3 condoni in Italia: nel 1985, nel 1994 e nel 2003.

 Sostegno di FAI e WWF al disegno di legge contro il consumo del suolo

Leggi la lettera del Presidente Onorario FAI Giulia Maria Mozzoni Crespi in difesa del paesaggio sardoIl FAI si schiera a difesa dei parchi nazionali

Conferenza sul consumo del suolo in Italia (31 gennaio 2012): leggi il dossier.

 “Vandali. L’assalto alle bellezze d’Italia”: guarda il video della presentazione del libro di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella. (aprile 2011).Denuncia di FAI e WWF al disegno di legge che estende il condono edilizio.

 Condono edilizio: emendamenti inammissibili

Gli abusi edilizi divorano un pezzo di futuro. Leggi l’intervista a Paolo Berdini

Tutela del paesaggio contro interessi di parte: leggi l’intervista a Luca Rinaldi,  Soprintendente ai Beni Architettonici e al Paesaggio di Brescia, Cremona, Mantova,

Fonte

Un commento su “Per fermare l’abusivismo ed il consumo del suolo…

  1. Morbida Dolcezza
    9 gennaio 2013
    Avatar di Morbida Dolcezza

    Se pensassero ad incentivare la coltivazione dei terreni e la messa in sicurezza di molte case (soprattutto nelle zone a rischio) anziché favorire la costruzione di nuove case di cui gran parte di esse restano vuote, forse si potrebbero evitare altre catastrofi e sarebbe anche un modo per far lavorare un po’ di gente salvaguardando oltretutto l’ambiente….

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