un articolo di Emiliano Ragoni che leggo su Il Fatto Alimentare
Fra le novità presentate a Las Vegas durante il CES 2013, spicca un oggetto molto curioso. Si tratta di una “posata elettronica”, unica nel suo genere, che integra una tecnologia in grado di cambiare il modo di consumare il cibo a tavola.
Nome in codice: HAPIfork. Progettata dall’ingegnere francese Jacques Lepin presso HAPIlabs, questa forchetta implementa una serie di sensori, in grado di memorizzare l’orario di inizio e di fine pasto, la regolarità nella giornata e il numero di forchettate portate alla bocca.
L’ultimo parametro misurato è determinante per il controllo della voracità con cui viene consumato il cibo.
Quando si danno due forchettate in meno di dieci secondi, HAPIfork inizia a vibrare e un LED integrato si colora di rosso, per indicare all’utente di rallentare la velocitià di consumo.
HAPIfork riesce a segnalare comportamenti errati, come il mangiare velocemente. I dati registrati dalla forchetta possono essere salvati su PC grazie ad un’uscita USB presente nella parte inferiore dell’oggetto . E’ in fase di progettazione una nuova versione di HAPIfork capace di comunicare via Bluetooth con gli smartphone Android e iOS, per i quali esiste una specifica app.
Le analisi possono essere caricate su una Dashboard (Lavagna? Bacheca?) online, per visionare i progressi nei comportamenti alimentari. E’ inoltre possibile inviare informazioni a un servizio di coaching non nutrizionistico o condividerle con altri utenti. La forchetta viene pubblicizzata anche come strumento per aiutare a perdere i chili di troppo. Sicuramente mangiare più lentamente aiuta a perdere peso in quanto si ha maggiormente il senso di sazietà.
HAPIfork, grazie alla possibilità di separare la parte elettronica, può essere lavata in lavastoviglie con le altre posate. HAPIfork sarà venduta nel 2013 a circa circa 99 dollari, mentre per la versione Bluetooth bisognerà attendere il 2014, insieme a un cucchiaio intelligente.
come detto, se la forchetta elettronica può essere di supporto in situazioni specifiche, ben venga; penso ad esempio a persone magari con problemi partricolari e/o bambini, alle quali devi insegnare a mangiare (per qualsiasi patologia o problematica) e forse in questo caso il dispositivo può avere una sua utilità immediata, incluso il poter seguire online i progressi; certamente diverso se deve diventare un altro gadget elettronico, ma in quel caso nonostante certi abusi elettronici, credo che il prezzo serva a filtrare gli acquirenti.
allargando il discorso, non smentisco certamente quanto appena detto circa il rischio di una dipendenza tecnologica per situazioni che potremmo e dovremmo esssere in grado di gestire in prima persona.
Circa gli obblighi legislativi in norme di sicurezza, non posso concordare, perchè non credo affatto nel libero arbitrio e nell’intelligenza della collettività.
sarò pessimista, ma sebbene io non abbia bisogno di troppe regole per vivere, guidare e via dicendo, noto che che non è così che gira il mondo. Quindi sulla carta il tuo ragionamento non fa una grinza e si sposa persino con i miei comportamenti, ma nella vita reale… 😦
ovviamente immaginando un legislatore dotato a sua volta di intelligenza, ed anche questo non è facile… 😉
Guardando lungo io vedo una pletora crescente di dispositivi il cui scopo e’ assolvere chi li usa dalla fatica di prendere una decisione ed assumersi le responsabilita’ conseguenti.
.
Tu stesso mi pare ti sei accorto del fenomeno, e ti chiedi nel cappello introduttivo di un post poco sopra se non stia arrivando il giorno in cui non si sapra’ cosa fare di fronte al guasto di un sensore.
.
In parallelo, vedo un aumento strisciante del complesso di attivita’ personali che vengono sottoposte a vincoli legislativi ed obblighi nel nome della sicurezza.
.
Ritengo il secondo una conseguenza diretta del primo. Man mano che si rinuncia ad esercitare il proprio diritto (e dovere) a scegliere e prendere decisioni (ovvero usare il cervell), si lascia il campo libero a chi quelle decisioni le prende al posto nostro. Ed una volta che una attivita’ personale e’ sottratta al proprio controllo con un disegno legge, non la si riprende piu’.
.
sicuri si diventa, Ride Safe.
.
ritengo sia il caso di guardare un pò più lungo ovvero così come dubito che sia stata pensata per la larga diffusione, potrebbe essere utile in casi di rieducazione alimentare….
circa dashboard so che è il cruscotto dell’automobile, ma non solo, infatti su Klout la pagina riassuntiva viene indicata come Dashboard ovvero Cruscotto quando si fa la traduzione automatica della schermata; in questo caso specifico credo che potrebbe anche andare bene Pannello riassuntivo o tabella riassuntiva, come dici tu…
Un altro strumento che incoraggia la pigrizia e l’aggiramento delle responsabilita’ personali. Ideale per i molluschi (quelli da mangiare, o quelli senza spina dorsale ? al lettore la scelta).
.
sicuri si diventa, ride safe.
.
dashboard e’ anche il cruscotto dell’automobile. Come significato, questa sarebbe la traduzione migliore, in quanto la dashboard di un sistema e’ una videata che consente di avere sott’occhio tutte le informazioni piu’ importanti. In italiano pero’ il termine cruscotto e’ troppo caratterizzato, e quindi non va bene.
Suggerirei tabella riassuntiva, o schermata riassuntiva, ma mi rendo conto che non e’ un grande miglioramento.