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A Treviso il parcometro intelligente (per non litigare più con l’ausiliario)

di Maurizio Caprino

Il parcheggio a pagamento è ancora uno dei terreni dove più si possono scontrare le due facce della furbizia italiana: quella di chi sosta e cerca di pagare il meno possibile barando sull’orario di arrivo e quella degli amministratori pubblici, che subordinano le possibilità di lavoro per gli ausiliari del traffico alla loro produttività in termini di multe, costringendoli anche a punire chi si ferma solo per un attimo o ci mette un po’ troppo tempo nella caccia a ticket e “gratta e sosta”.

Così i battibecchi sono all’ordine del giorno. Ma dalla settimana scorsa Treviso dovrebbe aver risolto il problema: ha messo in funzione i parcometri intelligenti, che quasi sostituiscono gli ausiliari (grazie a Francesco Matera per la segnalazione).

Infatti, riescono a “capire” esattamente quando è iniziata la sosta di ciascun veicolo e se il guidatore ha pagato. Poi segnalano gli irregolari all’ausiliario, cui resta solo da presentarsi e scrivere il verbale, “a colpo sicuro”.

L’azienda produttrice fa capire che l’apparecchio è tarato con una certa tolleranza, per cui la segnalazione di mancato pagamento non parte subito e ci sarebbe tutto il tempo per mettersi in regola senza l’assillo che nel frattempo l’ausiliario arrivi già. Speriamo che sia davvero così: la storia dei rilevatori automatici d’infrazione in Italia ci ha già riservato sorprese, dissolvendosi nella cronaca giudiziaria.

In ogni caso, le premesse per un controllo fatto bene ci sono: un sensore annegato nell’asfalto certifica gli orari di arrivo e ripartenza, trasmettendoli in wireless alla colonnina dove si paga. Qui l’utente deve solo fare un’operazione in più per far funzionare il sistema: indicare il numero dello stallo (cioè del posto auto) da lui occupato, in modo da far “capire” al sistema a quale spazio si riferisce il pagamento.

Un sistema non fantascientifico, ma piuttosto efficace. Certo, aggiungere sensori per terra costa. E anche rendere più sofisticata la colonnina, con danni maggiori nel caso non improbabile di vandalismo.

Però forse vale proprio la pena: quanti danni collaterali subiamo tutti dai battibecchi con gli ausiliari, che poi a volte sfociano in contenzioso?

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