Ieri avevo pubblicato un interessante post che riassumeva al meglio l’intera vicenda del pesto al botulino, nel quale l’autore diceva chiaramente che: Non si è trattato di una bufala, ma di un rischio concreto e non può passare il messaggio che, visto che è andata bene, era meglio stare zitti.
Dopo parecchi post in merito de Il Fatto Alimentare, che più volte aveva segnalato come il sistema di comunicazione per un’allerta botulino sia stato assolutamente lacunoso per tutte le catene dei supermercati; a seguito di alcune affermazioni scritte da La Pira, è seguita poi una lettera della Conad, che potete leggere integralmente, replica di La Pira inclusa, cliccando QUI.
Cliccando QUI, invece, potete leggere, sempre su Il Fatto Alimentare, il comunicato stampa della Bruzzone e Ferrari in cui la società ribadisce la necessità e l’opportunità di avere lanciato l’allerta nazionale, sulla base di analisi realizzate dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie che hanno individuato il batterio Clostridium botulinum e le spore in grado potenzialmente di generare la pericolosissima tossina.
Roberto La Pira fornisce poi una precisazione in merito: Siamo d’accordo con questo comportamento e lo abbiamo anche scritto, anche se le regole dell’Haccp prevedono che l’azienda prima di mettere in commercio un prodotto faccia tutte le verifiche analitiche necessarie.
Se Bruzzone e Ferrari avesse rispettato le norme quel lotto di pesto non sarebbe mai arrivato sugli scaffali dei supermercati.
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