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Un libro: Veni, vidi, mici. Il gatto nella storia

veni vidi mici

“Una Storia sub specie gattesca, certamente, ma pur sempre Storia, e con un curioso antecedente nella Preistoria, quando i gatti non sapevano né leggere né scrivere e dunque tutto ha per noi il sapore di una congettura. Luciano Ragozzino ha ideato per te lettore una lanterna magica di cartoni dipinti e ne accompagna l’incanto con le sue strofe scanzonate, come nelle fiere di un tempo, dall’antefatto al sipario. Unico dunque il senso di scorrimento del nastro colorato di Luciano, dei suoi bellissimi acquerelli che, sempre sub specie gattesca, ricalcano le antiche pitture parietali cretesi come i disegni egizi su papiro, i mosaici ravennati e le preziose oreficerie barbariche, iconografie medievali e rinascimentali, figurine di almanacco e manifesti moderni.” (dalla presentazione di Marco Vitale)

La storia riscritta dal punto di vista dei gatti. Protagonisti loro, quelle tigri in miniatura prestate alle nostre case per rendere un po’ più divertente e imprevedibile la vita di un animale banale come l’uomo.

Il libro di Luciano Ragozzino è divertente fin dal titolo, quel Veni, vidi, mici che fa il verso (il miagolio, per essere più precisi), a una delle frasi più celebri di Giulio Cesare.
Colorato con illustrazioni brillanti che ritraggono gatti dove grandi artisti del passato avevano collocato figure umane, parte da una preistoria in cui i simpatici felini non sapevano né leggere né scrivere fino alle più grandi scoperte, invenzioni, vittorie sul campo di battaglia.

Così capita di vedere  gatti di profilo sui papiri egizi, sulle pareti dei palazzi di Creta, composti di tasselli dorati sui mosaici di Ravenna.
Semplicemente imperdibile per i lettori di tutte le età, basta amare i gatti. Tenere lontano dalla portata del proprio cane