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Semplificazione del Pra? Il Governo esagera

di Maurizio Caprino

E va bene l’enfasi che sconfina nel pubblicitario: da anni la pubblica amministrazione va avanti così e non può certo cambiare ora che si tratta di fare documenti indirizzati anche agli investitori internazionali, dai cui umori dipendono spread, iniezioni di capitali per lo sviluppo dell’economia reale eccetera.

Però stavolta si esagera. Già molti hanno notato che il piano Destinazione Italia presentato la scorsa settimana rischia di essere un libro dei sogni.

Ma la relazione che accompagna il Def (Download Semplificazione Pra descrizione Def NotaAgg2013, leggete il capitolo III, a pagina 24) non è da meno, almeno per quel che riguarda le nostre materie.

Vi si può leggere addirittura che “Il disegno di legge in materia di semplificazione all’esame del Senato (A.S. 958) prevede, oltre al rilancio della codificazione, ulteriori importanti misure in settori fondamentali della vita delle imprese e dei cittadini (termini del permesso di costruire, bonifiche e altre misure in materia ambientale, PRA, Agenda per la semplificazione, etc.)”.

Siamo molto contenti di vedere che il Pra è indicato tra le cose fondamentali della vita di imprese e cittadini. Ma francamente, in tanti anni, non ce n’eravamo accorti che lo fosse davvero. E la politica lo ha ritenuto tale solo quando c’era da garantirne la sopravvivenza, non certo quando c’era da renderlo efficiente.

Adesso il disegno di legge sulle semplificazioni magnificato dalla relazione al Def sembrerebbe colmare il buco, per come viene descritto. E invece sostanzialmente prevede solo una trasmissione digitale di alcuni atti che oggi arrivano al Pra con modalità borboniche dai tribunali.

Inoltre, introduce un aggravio per i cittadini onesti, perché obbliga sia il venditore sia l’acquirente ad essere presenti: misura doverosa per evitare tante frodi (finalmente!), ma non si dica che è una semplificazione.

Chiedetelo a chi per la propria auto usata trova sul web un acquirente che abita in un’altra parte d’Italia.

E infatti, non a caso, l’altro giorno in commissione Lavori pubblici del Senato si è battibeccato su questi problemi (Download Semplificazioni Seduta 8^ Senato del 24-9-2013 per parere DDL S958).  Ovviamente in molti passaggi del dibattito ci sono posizioni strumentali a interessi di parte.

Ma è un altro indizio che qualcosa non quadra fra pubblicità governativa e realtà.