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Multe in base al reddito o alla potenza. La politica continua a dare i numeri

divieto sostaA me piacerebbe che, come succede in altri Paesi, l’importo delle multe fosse calcolato in base al reddito, ma bisognerebbe anche poter sapere quasi in tempo reale quale sia il reddito del trasgressore cosa questa sempre più difficile mano a mano che questo aumenta.

Ha ragione Caprino quando in calce all’articolo chiede se i nostri governanti Ci sono o ci fanno…

Secondo me è la seconda, ma è anche la prima. Siamo in Italia, ed è un dato di fatto, non disfattismo, il fatto che nulla funzioni nella giusta maniera, ma gli unici a “far finta che non sia così” sono i famosi tecnici prima, ed i politici dopo. Tuttavia temo che molti facciano proposte senza avere la reale conoscenza del problema.

D’altro canto hanno ragione loro. Metti una proposta come questa nel programma elettorale, attaccaci l’esenzione dall’Imu e vinci le elezioni. 😉

E vale per tutti…perchè nel momento in cui un politico dice che bisogna parlare alla pancia degli italiani e non alla testa, per vincere le elezioni, si capisce bene che aria tira. Promesse sensazionali, impossibili da mantenere, al solito, ed i soliti fessi che votano questo o quello…

In ogni caso, e la vicenda del flop del Superbollo lo conferma; a parte il fatto che è stato gestito, al solito, nel modo peggiore, casualmente a totale danno del cittadino, resta il fatto che  a pagare sono stati quelli con macchine potenti, chi dice di no, ma di scarso valore; ed i soliti noti si sono ritrovati con vetture da 120.000 € che però pagavano un bollo normale oppure ecco il fiorire di auto con targa estera…

° ° °

di Maurizio Caprino

Certo, sarebbe bellissimo commisurare le multe al reddito, come sentiamo proporre incautamente in questi giorni. Non vedremmo più macchinoni sfrecciare davanti a rilevatori e telecamere, perché oggi per certa gente benestante la multa è un po’ come il vecchio caro supplemento rapido dei treni.

Tanto più che è ben difficile rischiare la patente: i controlli sono perlopiù automatici, quindi non si viene fermati e identificati: quando arriva il verbale a casa, basta pagare la multa, dichiarare di non sapere chi guidasse, pagare poi altri 284 euro (quando arriva il secondo verbale per l’omessa indicazione del trasgressore) e via.

Così la gente normale s’indigna e la politica si sa prendere ogni tanto da strani pruriti, proponendo appunto di commisurare l’importo delle multe al reddito. Come sta accadendo in questi giorni, appunto. Ma sono le solite parole al vento. Perché le difficoltà di attuare un sistema del genere restano le solite. Insormontabili.

Infatti, dovremmo distogliere un altro stuolo di agenti dal servizio in strada a quello in ufficio per cercare i dati sul reddito dell’interessato e calcolare di conseguenza l’importo dovuto.

E poi che succede quando il conducente e il proprietario (entrambi obbligati a pagare la multa) sono uno ricco e uno povero? E quando almeno uno di loro è straniero (cosa sempre più frequente) che si fa, si avvia una rogatoria internazionale per sapere quanto guadagna?

Senza contare che siamo un Paese di evasori, per cui ci sarebbero riccastri che pagano meno di poveracci; un po’ come già accade da anni nelle esenzioni dalle tasse scolastiche per i cosiddetti “meno abbienti”, ma per i politici è come se questi scandali non fossero mai esistiti.

Per questo il Movimento 5 Stelle ha provato a fare una proposta alternativa: commisurare la multa alla potenza del veicolo. Ma anche questo introdurrebbe complicazioni operative. Non tante quante il reddito, ma insomma…

E poi resterebbero ancora una volta fregati gli appassionati che acquistano a due soldi auto potenti non più nuove e svalutatissime per colpa di superbollo, caro-benzina ed effetto redditometro.

Non ci vuole molto a capirlo, vero?

E, se anche non lo si capisse da soli, si potrebbe sempre chiederlo ai tecnici dei vari ministeri, dall’Interno alle Infrastrutture.

Invece i politici, di governo (tra cui pure un sottosegretario, Erasmo D’Angelis) e di opposizione, vanno avanti con le loro demagogiche proposte.

Ci sono o ci fanno?

Articolo correlato > Il punto di vista di SicurAuto

° ° °

16 ottobre 2013 – L’inconfondible 500 personalizzata di Lapo Elkann, con carrozzeria «pied de poule», è parcheggiata in sosta vietata in via Monte Napoleone: interviene un vigile.

Ed ecco la conferma che  “il Lapo perde il pelo, ma non il vizio” 😉 di lasciare l’auto in divieto di sosta ma, d’altro canto, che gli frega?

lapo sosta