Paoblog.net

Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: Il tango della Vecchia Guardia

Se conosco il mio pollo, questo potrebbe essere un libro giusto per l’amico Francesco; è capitato in passato che gli regalassi un libro che… aveva già, il che mi fa ben sperare di aver azzeccato la segnalazione. 😉

70513b

1928, un transatlantico diretto a Buenos Aires. 1937, Nizza. 1966, Sorrento. Max Costa e Mercedes Inzunza. Il tango e gli scacchi. Tre luoghi e tre tempi, due personaggi che si incontrano, si perdono di vista e si incontrano di nuovo, per caso, quando si aggirano sulla sessantina, due ‘attività’ – il tango e gli scacchi – intorno a cui ruota tutto, avventure, sentimenti di amore e tradimento, nonché altre trame più complesse.

Il tango e gli scacchi che avvicinano i due protagonisti in tempi diversi, la sensualità avvolgente del tango quando sono giovani, il richiamo stuzzicante dell’intelligenza quando anni sono passati e giocano a scacchi per interposta persona – il figlio di Mercedes che tutti chiamano Mecha.

L’attenzione del lettore deve stare all’erta, mentre gira le pagine del nuovo romanzo di Arturo Pérez-Reverte, “Il tango della Vecchia Guardia”. Perché la scena si sposta da un tempo all’altro in una sequenza che non è divisa da capitoli, solo l’uso dei verbi al presente e al passato indica il cambiamento. Il presente è il 1966, quando Max Costa fa l’autista di un anziano svizzero a Sorrento.

Il passato è il 1928, sulla nave dove Max Costa fa il ballerino di professione: giovane, straordinariamente attraente, elegante, Max Costa si esibisce ogni sera sulla pista ballando il tango, invitando a ballare giovani donne e donne non più giovani ma vogliose. Il tango è fatto apposta per comunicare un messaggio e un invito, la risposta è nelle mosse della ballerina.

Di quello vive Max Costa, di quello che guadagna con il suo lavoro, dei regali delle donne, di qualche abile furto occasionale. Poi, ad un certo punto, il passato salta nove anni e Max Costa è a Nizza: ha fatto fortuna in qualche maniera poco chiara e che lui non intende affatto chiarire, frequenta ambienti eleganti, corteggia – come al solito – donne belle e ricche.

Quando Max invita Mecha Inzunza a ballare sul transatlantico, lei non è sola. Suo marito è un famoso musicista e stanno andando in Argentina in cerca di ispirazione: Armando de Troeye ha scommesso con Ravel che scriverà un tango che rivaleggerà con il suo Bolero.

Quella di Max e di Mecha è una storia d’amore sulle note del tango, macchiata da altre esperienze nei locali poco raccomandabili di Buenos Aires in cui però si suona il vero tango, non quello edulcorato dalle buone maniere della società ‘bene’. Un amore fatto di corpi giovani, di sesso, di musica, di un marito che non soddisfa la moglie anche se ha tanti soldi.

È una sorpresa per entrambi, ritrovarsi a Nizza nel 1937 – Max ha giocato un brutto scherzo a Mecha, a Buenos Aires, e lei è diffidente, il suo intuito la porta a capire che Max sta mirando a qualcosa, quando lo incontra nella casa di un’amica. I tempi sono cambiati, il marito di Mecha è in prigione in Spagna, c’è vento di guerra nell’aria, questa volta ‘il colpo’ di Max non è uno sfavillante gioiello, la trama sconfina nella spy story.

E prosegue, in un certo qual senso, su questa traccia, dietro il gioco degli scacchi a Sorrento. L’appannata storia d’amore di Max e Mecha è sostituita da quella del figlio di lei, campione di scacchi, con la giovane moglie. Eppure Max cede alla richiesta di Mecha, rispolvera la sua abilità di ladro elegante. Con quali conseguenze? Chi ha avuto un ruolo attivo in un tradimento cerca forse di ripagarlo aiutando una vittima di un altro tradimento?

“Il tango della Vecchia Guardia” si discosta dai romanzi precedenti di Arturo Pérez-Reverte e non sono certa che allo scrittore si addicano le storie d’amore. Il suo stile è sempre raffinato, è un piacere leggerlo.

Tuttavia, dopo l’entusiasmo iniziale per la splendida ricostruzione ambientale di un periodo che ci ricorda Francis Scott Fitzgerald, con personaggi che, come quelli dello scrittore americano, sono troppo belli per essere umani, avvertiamo un certo qual vuoto sotto le ripetute descrizioni di abiti, pelli lisce, occhi di miele, corpi perfetti.

Finiamo per stancarci di sentimenti sulla cui profondità dubitiamo, preferiamo le pagine di azione come quelle delle due imprese memorabili, una lo specchio dell’altra, di Max giovane a Nizza e di Max ultrasessantenne a Sorrento.

A cura di Wuz.it

Un commento su “Un libro: Il tango della Vecchia Guardia

  1. Francesco
    18 ottobre 2013
    Avatar di Francesco

    Direi di sì: molto interessante!

I commenti sono chiusi.

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 16 ottobre 2013 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , , , .