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Vendere le auto blu? Non è mai un affare

di Maurizio Caprino

Il mese scorso la Giunta regionale della Campania ha voluto precisare che l’ultimo censimento delle auto blu – evidentemente poco favorevole sotto la voce “Campania” – si riferiva al totale dei veicoli delle amministrazioni del territorio regionale e non al solo parco mezzi della Regione.

Insomma, se i numeri non sono buoni, la colpa è di Comuni e Province. Anche perché la Regione – si legge nel comunicato – ha “di fatto azzerato” le auto di rappresentanza.

Già la vaghezza di quel “di fatto azzerato” fa pensare: non si spiega se presidente e assessori abbiano anche eliminato i viaggi inutili per presenziare a convegni al solo scopo di farsi vedere o continuino a farne, magari con mezzi ancor più costosi.

Inoltre, anche ammesso che l’eliminazione di auto dall’amministrazione faccia risparmiare sui costi della mobilità di amministratori e dipendenti pubblici, non è per nulla detto che con la dismissione si faccia cassa.

Lo dimostra la pietosa storia del Comune di Manfredonia (Foggia), che lo scorso luglio ha fatto due bandi per vendere i veicoli “non più utili” all’amministrazione.

Risultato: qualcuno si è fatto avanti solo per acquistare un autocarro Iveco.

Così si è deciso di proporre alle associazioni locali che potrebbero aver bisogno una cessione gratuita: basta pagare le spese del passaggio di proprietà (gonfiate dall’Ipt a favore delle Province) e ci si porta via l’auto.

Ma anche così si è riusciti a far fuori solo due vetture: sono rimaste tre Renault Modus a benzina, che ora rischiano la rottamazione per mancanza di acquirenti.

Certo, la piccola pseudo-monovolume Renault non ha mai avuto gran successo (e infatti quando è uscita di produzione, due anni fa, ha lasciato il posto a un modello “in discontinuità”, la Clio Sporter). Però parliamo di auto che hanno al massimo otto anni e non possono aver percorso tanti chilometri.

Un caso isolato? Mica tanto: vent’anni fa avevo seguito l’asta per la vendita dei mezzi della Regione Lombardia e non fu proprio un trionfo.

Anche perché erano mezzi con tanti chilometri (soprattutto le auto blu, che all’epoca erano Alfa 164 e Lancia Thema) e in condizioni dubbie, per giunta non verificabili perché il bando escludeva la possibilità di visionare i veicoli e provarli. Roba per commercianti con esperienza in aste e pelo sullo stomaco.

Un commento su “Vendere le auto blu? Non è mai un affare

  1. Poppea
    10 gennaio 2014
    Avatar di Poppea

    Penso che la gente non sia così stupida, da acquistare un’auto che in chissà senza nemmeno poterla visionare.

    Anni fa mia zia acquistò a prezzo ultra basso un Land Rover appartenuta alla difesa, la usava per la campagna e fece un affare ma non è detto che sia sempre così

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