Piove da giorni su buona parte d’Italia e, secondo le previsioni, continuerà per altri giorni. Così emergono pericoli che un po’ i cambiamenti climatici e un po’ la diffusione dell’asfalto drenante ci avevano fatto dimenticare, perlomeno sulle autostrade e le superstrade più importanti.
Guardate invece queste due foto, scattate a Milano sul tratto urbano dell’A4 (da Sesto San Giovanni a viale Certosa).
Osservate, in particolare, la striscia che corre vicina e parallela al guard-rail centrale: è acqua che ristagna e che in alcuni punti forma pozzanghere, quindi con rischio di aquaplaning.
Il problema sembra nato dalla scorsa estate, quando sono partiti i lavori per realizzare la quarta corsia dinamica su questo pezzo di autostrada sempre intasatissimo e non ampliabile in altro modo perché stratto fra case e capannoni: da allora lo spartitraffico pare favorire proprio il ristagno d’acqua.
Certo, quel tratto è percorso da tantissimi pendolari, che il problema lo hanno già notato abbondantemente. Ma è anche parte di itinerari di lunga percorrenza, da dove passano tanti altri guidatori ignari.
Attenzione, dunque.
Non solo aquaplaning ovvero ci sono tratti, ad esempio sulla Via Novara, in cui il ristagno provoca le solite “piscine” (chiamarle pozzanghere è riduttivo) e quando arriva una macchina in velocità (quasi sempre) solleva un’onda che invade la carreggiata opposta.
Va da sè che i malcapitati in arrivo ricevono una massa d’acqua inaspettata sul parabrezza. Il primo istinto per molti è di frenare e viste le ridotte distanze frai veicoli…
Questa ondata che arriva non riesce ad essere smaltita in un sol colpo dal tergicristallo, se già in funzione, ma è ancor peggio se in quel momento non piove e quindi il tergi è spento.