Bisogna sempre fermarsi al giallo, sempre che ci siano i presupposti per farlo in sicurezza quindi tempi giusti per il giallo e che facciano riferimento anche all’ampiezza dell’incrocio e, da parte nostra, massima attenzione e velocità adeguata.
A questo proposito copio il puntuale commento scritto in un post correlato, da Andrea, lettore affezionato del Blog:
da utente della strada osservo che:
a) con limite velocità 50 kmh, se il “giallo” scatta quando mi trovo ad almeno 40 metri dall’incrocio, riesco a fermarmi senza brusche frenate e (ragionevolmente) senza correre il rischio di farmi tamponare;
b) se la luce “gialla” si accende quando mi trovo a meno di 35/40 metri dall’incrocio, il “rosso” deve scattare solo DOPO avermi lasciato il tempo di liberare l’incrocio (attraversamento in sicurezza, con intersezione larga 30 metri, “giallo” min. 5 secondi);
c) se il limite di velocità è 70 kmh, il tempo del giallo occorre che sia ancora più lungo;
d) in ogni caso, il tempo di accensione della luce gialla deve essere parametrato alla “larghezza” della intersezione.
Semafori truccati? Sono solo illazioni. E comunque non hanno rilevanza penale.
Per questo il 3 febbraio scorso il tribunale di Milano ha deciso la raffica di assoluzioni per la vicenda dei rilevatori T-Red montati agli incroci più trafficati di Segrate, alle porte di Milano, che nel 2007-2008 sono costati migliaia di multe ai pendolari.
Il ragionamento dei giudici – esplicitato nelle motivazioni della sentenza di assoluzione, depositate oggi – è semplice: se il Codice della strada impone a tutti di usare la massima prudenza avvicinandosi a un incrocio, chiunque dev’essere in grado di fermarsi per tempo se vede scattare il giallo al semaforo.
E nessun dubbio è ammesso sulla congruità della durata minima dei tempi di giallo: esiste uno studio ministeriale che, per quanto mai “promosso” al rango di norma e contestato da alcuni esperti, è sufficiente a garantire la sicurezza, proprio perché contemporaneamente ogni guidatore dev’essere molto prudente (e d’altra parte avevo scritto che spesso allungare i tempi di giallo crea altri problemi).
Fin qui il pensiero dei giudici.
Ma si sa che nella prassi molte amministrazioni comunali e i loro fornitori di apparecchi di controllo automatico hanno giocato sull’insufficienza delle strade e sulla conseguente convulsione del traffico per fare cassa con le multe.
Poco interessava prevenire le infrazioni. Ciò non è rilevante dal punto di vista penale. Ha avuto solo qualche importanza pratica: dopo le polemiche sui semafori truccati, alcuni incroci sono stati sistemati in modo più funzionale e sicuro. Peccato solo che ciò non sia accaduto ovunque fosse necessario. E che qualche lavoro di sistemazione sia riuscito male.
– se il veicolo procede a 50 kmh “fissi”, in 5 secondi percorre (circa) 70 metri (spero di non aver sbagliato il calcolo…), quindi, considerando il tempo di reazione (1 secondo), se il “giallo” scatta quando mi trovo ad almeno 35/40 metri dal semaforo ho il tempo di liberare l’incrocio (ampiezza max 20/30 metri);
– a dire il vero, i calcoli andrebbero fatti considerando non una macchina di 4/5 metri, bensì un autotreno lunghezza max 18 metri, in modo di lasciare il tempo di attraversare anche ai veicoli più…disagiati;
– secondo Maurizio Caprino, allungando la durata del “giallo” si creano altri pericoli (tendenza degli automobilisti ad accelerare in prossimità del semaforo), ma questo (a mio avviso) è un falso problema: invece di mettere in difficoltà chi rispetta le regole, meglio fare controlli a bordo strada (pattuglie e autovelox);
– regola basilare, in prossimità dell’incrocio, ridurre la velocità sotto il limite