Ieri sera stavo guardando “Il settimanale Lombardia”, registrato sabato scorso, ed ecco che si parla della linea ferroviaria tra Italia e Svizzera (Varese – Mendrisio) che “avrebbe dovuto” essere pronta per fine 2013.
Come scrivono sul sito delle Ferrovie Svizzere: La tratta di 17.7 km, 6.6 dei quali su territorio svizzero, collegherà fra di loro gli agglomerati di Bellinzona, Lugano, Chiasso-Como e Varese ed interessa un bacino di circa 600 mila abitanti.
E questi sono i benefici previsti, perlomeno in Svizzera, dove puntano a migliorare la qualità degli spostamenti degli abitanti, riducendo nel contempo il trasporto su gomma:
1) La nuova linea ferroviaria regionale sarà inserita in una regione densamente popolata. Essa assumerà un ruolo importante sia per il traffico interregionale (relazioni Ticino-Gallarate-Malpensa), sia per quello nazionale (relazioni Ticino-Gallarate-Sempione-Svizzera Romanda/Berna)
2) La linea Bellinzona-Lugano-Chiasso-Como sarà collegata alla Porto Ceresio-Varese-Gallarate-Milano
3) Con cadenza semioraria nel traffico regionale (R) si potranno realizzare coincidenze ottimali a Mendrisio con i treni verso nord e verso sud
4) I treni interregionali (RE) tra il Ticino e l’aeroporto di Malpensa, con coincidenze a Gallarate verso il Sempione, circoleranno ad intervalli di due ore
5) Permetterà di ridurre la durata media del viaggio tra Lugano e Losanna dalle attuali 5 ore e 20 minuti a 4 ore e 20 minuti
Resta il fatto che la linea in Svizzera effettivamente è pronta, ma in Italia no, dato che i lavori sono stati fermi per 18 mesi (e ne mancano 24 alla fine) a causa della decisione dell’azienda appaltatrice dei lavori, la Ics Salini, di rimettere il mandato a Reti Ferroviarie Italiane. La decisione, come spiega Varese News, era da imputare alla presenza di arsenico ed idrocarburi nelle terre di risulta.
Ad un certo punto c’è l’intervista al direttore Sviluppo & Mobilità del Canton Ticino; dapprima spiega che a fine anno saranno costretti ad offrire un servizio transitorio per ovviare al fatto che la tratta è incompleta sul lato italiano.
Arriva poi la domanda circa le cause del ritardo italiano e la risposta è molto semplice: “da noi la presenza di arsenico era molto ridotta, ma in ogni caso da noi valgono altre regole ed altri limiti, e non abbiamo avuto particolari problemi.”
Non credo che in Italia manchino le regole, (anzi il contrario) piuttosto, al solito, manca la volontà di rispettarli e gli organi di controllo che vigilino.
D’altro canto siamo il paese delle deroghe e basta vedere la recente vicenda dell’acqua all’arsenico, che si trascina da anni e già oggetto di deroghe, perchè si sa che con la deroga l’arsenico non è più fonte di problemi, 😉