in sintesi un articolo che leggo su Rinnovabili:
Puntare sulla qualità e non più solo sulla quantità. È questa la tendenza che il sistema che in Italia gestisce il recupero e il riciclo degli imballaggi sembra intenzionato a voler seguire.
Messo in piedi dal Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI), il sistema riunisce al suo interno produttori e utilizzatori e ha scelto di collaborare con i Comuni, innescando benefici, anche indiretti, che hanno reso l’Italia un Paese piuttosto virtuoso cui guardare anche d’Oltralpe.
Il punto d’arrivo sono i target gli obiettivi stabiliti dalla Direttiva europea in materia, un obiettivo il cui raggiungimento non sembra essere stato compromesso nemmeno dalla crisi in atto: lo sviluppo della raccolta e del riciclo degli imballaggi ha alimentato di materiali l’intera filiera italiana e il mercato internazionale, diventando non solo un elemento fondamentale per la sostenibilità ambientale, ma anche una vera e propria leva economica, capace di creare valore per le imprese.
Secondo i dati diffusi dal Consorzio, nel 2012 il recupero complessivo degli imballaggi (alluminio, acciaio, carta, legno, plastica e vetro) è stato del 75,3% , mentre il riciclo è stato pari al 65,6% dell’immesso al consumo. L’impiego di materie prime seconde nei processi produttivi ha consentito all’Italia di evitare importazioni per un valore pari a 6,5 miliardi di euro.
La raccolta e il riciclo degli imballaggi negli altri Paesi europei, invece, hanno avuto approcci diversi che poi hanno finito per allinearsi a quello seguito in Italia. Il principale sistema cui ha fatto riferimento la Direttiva europea sugli imballaggi è stato quello tedesco: un sistema cosiddetto “duale” che prevedeva l’organizzazione diretta della raccolta e che nel tempo si è avvicinato al modello italiano, stipulando accordi con i gestori della raccolta urbana dei rifiuti.
Sul piano dei materiali raccolti, il Direttore del CONAI spiega quanto essi non sempre siano paragonabili tra loro: «Gli obiettivi minimi di riciclo da raggiungere a livello nazionale – ha detto – sono diversi da materiale a materiale: 60% di raccolta e riciclo per carta e vetro, 50% per alluminio e acciaio, 26% per la plastica e 35% per il legno»