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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: I sogni belli non si ricordano

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La nascita, ancor più della morte, è l’unica cosa che abbiamo davvero tutti in comune, da sempre e per sempre. Non solo è l’attimo irripetibile in cui veniamo al mondo.

È anche il primo giorno di una stagione della vita bellissima e altrettanto irripetibile: l’infanzia. Essere stati bambini, per quanto una volta diventati adulti si tenda a negarlo, a ridurlo ad aneddoto o semplicemente a dimenticarlo, è un’altra cosa che tutti ci accomuna.

Proprio l’infanzia è il filo rosso che lega tra loro una serie di istantanee di un mondo perduto, evocato dai mille umori dell’essere bambini: dal capriccio all’entusiasmo, dai pianti alle risate, dagli imbarazzi ai primi amori.

Un viaggio indietro nel tempo che ci restituisce in dono i nostri primi anni di vita. Che ci proietta in un mondo popolato da bambini che, lungo le strade di una città ancora a misura d’uomo, emulano i loro idoli sportivi, leggono fumetti, imparano a vivere e fingono di morire.

Di bambini e bambine che dietro i banchi di scuola affrontano ingiustizie che forse lasceranno un segno nella loro vita adulta. Di bambini che vedono la loro vita decisa a tavolino da adulti i quali pensano di aver sempre ragione, anche a scapito del loro bene.

E di adulti che bambini non riescono a smettere di essere, fino al punto di ritrovarsi soli, incapaci di immaginare un futuro per la propria vita.

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Questa voce è stata pubblicata il 21 marzo 2014 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , , , .