«Pochi istanti dopo essere venuta al mondo, il mio cuore ha smesso di battere. A quattro anni, sono annegata nell’oceano. A cinque anni, sono scivolata da un tetto coperto di ghiaccio. A otto anni, ho preso l’influenza spagnola. Quattro volte. A 22 anni, mio marito mi ha spinto con violenza contro un tavolino, uccidendomi. A 30 anni sono morta durante un bombardamento tedesco su Londra. E su di me cadevano le tenebre. Ma ho sempre avuto un’altra possibilità».
Arriva in Italia dopo una serie di recensioni da capogiro all’estero. New York Times, Guardian e Time l’hanno definito il miglior romanzo dell’anno. Perché Vita dopo vita è un libro spiazzante, che reinventa completamente le regole della scrittura e della narrativa.
Ursula Todd nasce in Inghilterra nel 1910, ma ha il cordone ombelicale stretto attorno al collo e muore. O forse no. Forse Ursula riesce, da quella prima per molte altre volte, a beffare la morte, a cambiare il proprio destino.
Ogni volta che gli occhi le si stanno chiudendo per sempre, riesce a tornare nel passato e a salvarsi. Tra il romanzo storico, quello di formazione e quello di fantascienza, è un libro particolarissimo. Difficile raccontarlo senza svelarne troppo: bisogna leggerlo.