Sapeva volare come una farfalla, ma quando era necessario pungeva come un’ape.
Nessun pugile ha mai portato la boxe sui livelli di spettacolarità e bellezza a cui l’ha condotta Muhammad Alì. Rapidissimo coi piedi e col busto, potente con le mani. Semplicemente il più grande del mondo.
Nato Cassius Marcellus Clay jr, entrò per la prima volta in una palestra a 12 anni. A 18 divenne campione olimpico a Roma ’60, a 22 era già campione del mondo dei pesi massimi.
Poteva perdere (gli è successo appena cinque volte, una sola per ko, su 61 incontri), ma nessuno boxava meglio di lui.
Nel 1964 si convertì all’islam, cambiò il suo nome in Muhammad Ali, porto la sua forza fuori dal ring per combattere avversari come il razzismo, la guerra del Vietnam, la segregazione razziale.
Una storia che continua nonostante il morbo di Parkinson, e che un altro fuoriclasse, Rino Tommasi, racconta in 160 pagine piene di immagini bellissime. Un grande volume da collezione
Un atleta fuori dal comune, ma un uomo ancora piu’ straordinario. Sono stati scritti su di lui decine di libri, ed ancora se ne scrivono; in pochi penso possano vantare una attenzione simile.
Ho letto ‘Ali – his life and times’, e lo raccomando senza esitazione. Invidio quelli della generazione di mio padre, che hanno potuto assistere ‘in diretta’ alla nascita e allo sviluppo di un talento del genere, ed hanno assaporato l’attesa e l’aspettativa che hanno preceduto alcuni dei suoi incontri entrati nella leggenda dello sport.
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sicuri si diventa, Ride Safe.