Quella che leggo in questo articolo di E-R Consumatori a grandi linee sembra essere una notizia positiva, ma lo sarà realmente anche per i sudditi di questa Repubblica delle banane?
Leggo infatti che il grande vantaggio è questo: In caso di contenzioso con un paese terzo, il consumatore potrà rivolgersi ai giudici dello Stato in cui risiede, senza dover ricorrere ai tribunali del paese terzo.
Sicuramente doversi rivolgere al tribunale di un altro paese è un grosso impedimento, ma con la lentezza tipica della Giustizia italiana vien da pensare che si fa prima a fare causa in Germania piuttosto che in Italia.
Un aneddoto personale che si riferisce ad un insoluto del 2012 e che chiarisce le tempistiche giudiziarie con le quali abbiamo a che fare:
5 agosto 2012: insoluto – 3 ottobre 2012: la citazione è stata notificata – 7 gennaio 2013: udienza e sentenza – 23 aprile 2013: sentenza depositata in cancelleria – 04 novembre 2013: la sentenza è diventata esecutiva – 27 gennaio 2014: E’ stato notificato l’atto di precetto
18 marzo 2014: E’ arrivato il bonifico, ma solo perchè ieri è andato l’Ufficiale Giudiziario a fare un pignoramento mobiliare, sennò mi avrebbero fatto aspettare ancora…
Uno snellimento generale della burocrazia che permetterà di risparmiare fino a 48 milioni di euro l’anno e consentirà a imprese e consumatori di risolvere più facilmente le controversie giudiziarie transfrontaliere, perché le decisioni in materia civile e commerciale di dimensione transfrontaliera saranno ora esecutive in tutta l’Unione europea.
Questa la novità annunciata dalla Commissione europea. In caso di contenzioso con un paese terzo, il consumatore potrà rivolgersi ai giudici dello Stato in cui risiede, senza dover ricorrere ai tribunali del paese terzo.
“Grazie alle nuove norme, le imprese e i consumatori potranno risolvere più facilmente le controversie giudiziarie di natura transfrontaliera – annuncia Bruxelles in una nota – con un risparmio annuo previsto per l’UE fino a 48 milioni di euro.
Le nuove norme aboliscono il lungo e oneroso procedimento, attualmente applicato 10.000 volte all’anno, per vedere le decisioni in materia civile e commerciale riconosciute in altri paesi dell’UE. Le decisioni aventi dimensione transfrontaliera saranno automaticamente esecutive in tutta l’Unione europea.
I consumatori saranno inoltre più protetti quando effettuano acquisti da commercianti di paesi non appartenenti all’UE, e vi sarà maggiore certezza del diritto per le imprese operanti nell’Unione”.
Le nuove norme fanno seguito a un’inchiesta svolta nel 2010 da cui è emerso che quasi il 40% delle imprese sarebbero più inclini a operare al di fuori del loro mercato nazionale se i procedimenti di composizione delle controversie all’estero fossero semplificati.
Quali dunque i miglioramenti?
Prima di tutto, una decisione in materia civile e commerciale esecutiva in uno Stato membro dell’Unione lo sarà automaticamente ovunque nell’UE.
In questo modo si abolisce una complicata procedura intermedia – che generalmente costa fra i 2 mila e i 3 mila euro ma può arrivare anche a 12.700 euro fra onorari degli avvocati, spese di traduzione e spese giudiziarie – che in gran parte dei casi rappresenta una formalità.
In questo modo, spiega la Commissione, dal momento in cui una decisione viene emessa in uno Stato membro, il creditore potrà farla eseguire in qualunque altro Stato membro – il che significa che le imprese e i cittadini potranno recuperare il proprio denaro più rapidamente e facilmente e senza costi.
In circostanze eccezionali i giudici potranno sempre bloccare l’esecuzione di una decisione, ad esempio se il tribunale dell’altro Stato membro viola il diritto a un giusto processo.
Altra semplificazione: consumatori e lavoratori dipendenti saranno più protetti nei casi di contenzioso con un paese terzo.
Spiega Bruxelles: “Finora, spesso, i consumatori non avevano la possibilità di esercitare i propri diritti quando acquistavano beni da un commerciante con sede in un paese terzo e operante in uno Stato membro dell’UE.
Le nuove norme prevedono che, in tutta l’Unione europea, in questi tipi di controversie, il consumatore potrà rivolgersi ai giudici dello Stato in cui risiede, senza dover ricorrere ai tribunali del paese terzo.
Ai sensi delle nuove disposizioni, inoltre, un dipendente che lavora nell’UE potrà intentare un’azione legale contro il suo datore di lavoro stabilito in un paese terzo rivolgendosi ai giudici dello Stato membro in cui lavora abitualmente”.
un articolo che ho letto su E-R Consumatori