Prendo atto che le normative attuali permettono questi comportamenti che, a mio parere, sono ingannevoli, tuttavia resto dell’idea che un’azienda dovrebbe agire diversamente se vuole essere considerata seria e trasparente.
Il fatto che vi sia un buco normativo e/o che vi sia lo spazio per camminare sul filo del rasoio, non implica che uno lo debba fare.
Sabato scorso ero al supermercato e stavo aspettando la Signora K e nell’attesa curiosavo fra i prodotti in vendita.
Mi è caduto l’occhio sulle pantofole De Fonseca e sulla dicitura Italy corredata dal Tricolore.
Sempre più spesso nei negozi vedo cartelli che evidenziano come certi prodotti siano Made in Italy, a testimonianza del fatto che sono molti i consumatori che effettuano delle scelte pensando anche all’origine dei prodotti.
Ho quindi pensato che De Fonseca volesse evidenziare l’italianità dei prodotti…
Ed invece no, infatti è bastata girare la confezione per notare, in caratteri più piccoli della scritta Italy, che il prodotto è Made in China.
Non è la prima azienda italiana a produrre in Cina, tuttavia l’aggiunta del Tricolore l’ho recepito come una presa in giro, così come accade con certi prodotti alimentari che poi, certo, rincarano il tutto con un 100% italiano che non dovrebbe lasciare spazio per i dubbi…
Vedi ad esempio queste acciughe che hanno un bel bollino con Tricolore che recita “100% italiano”. Se non fosse che di italiano c’è solo l’olio, il pesce, invece, è albanese.
In effetti il tricolore dovrebbe indicare l’intera italianità del prodotto ossia dovrebbe essere made in italy , andrebbero denunciati