Nel Regno Unito l’eolico onshore batte tutti, anche senza sussidi.
L’elettricità che produce è diventata nel 2015 più economica di quella generata da qualsiasi altra fonte convenzionale, dal carbone al gas.
Ma, soprattutto, è meno cara di quella prodotta dalle turbine eoliche marine, su cui invece il premier conservatore David Cameron sta puntando con misure ad hoc.
I costi di produzione dell’energia dai parchi installati sulla terraferma sono crollati negli ultimi 12 mesi.
Viste le sue potenzialità, il piano di Cameron è finito sotto accusa.
Il premier inglese sta puntando tutto sui parchi offshore, anche disincentivando quelli sulla terraferma: ha tolto i sussidi e ha stabilito che ogni nuovo progetto dovrà necessariamente avere l’approvazione dei residenti locali.
Certo, è difficile accusarlo per aver dato più voce ai cittadini, ma resta il fatto che quei progetti rimangono abbandonati a se stessi e non sono state approntate misure di mediazione e consultazione con gli abitanti.
lettura integrale dell’articolo QUI: Così Londra sta strozzando la sua filiera dell’eolico
Ciao, ho letto l’atricolo integrale su rinnovabili.it… grazie per il collegamento.
Ma comunque l’idea che stà dietro all’operato del Primo Ministro inglese mi sembra abbastanza ovvia e mi stupisco che lo abbiano gia’ messo sotto “lente di ingrandimento”
Ovvero, i parchi eolici in mare aperto in condizioni normali sono piu’ costosi e piu’ complicati del loro corrispettivo su terra. E a parita’ di numero di eliche produrra’ quantitativi energetici minori.
Pertanto per incentivarli bisogna dare un grosso contributo mirato… altrimenti incentivando “genericamente l’eolico” si rischi che ci saranno solo impianti a terra con notevole consumo di suolo. Quando in mare non darebbero molto fastidio se piazzati con buon senso.
boh