Il museo olandese che illustra lo sviluppo della regione del Brabante settentrionale ha da poco riaperto al pubblico.
Le strategie per aumentare la resilienza della zona, la bioclimatica e la copertura verde che ricorda una catena montuosa, lo fanno entrare nella lista degli eco musei più affascinanti d’Europa.
Il Museo Biesbosch, che racconta la storia della riserva naturale dall’indiscusso valore ambientale, si è arricchito di una nuova ala di 1000 mq che contiene un ristorante ed uno spazio per opere d’arte contemporanea.
La nuova costruzione è stata immaginata come un’isola circondata da un corso d’acqua che serve da zona di ritenzione idrica per aumentare la resilienza del complesso museale.
La copertura vegetale è sorretta da pareti completamente vetrate che svelano il contenuto del ristorante biologico, del bookshop della libreria e della biblioteca.
Sia l’ampliamento che la parte preesistente sono stati rivestiti con un green roof tetto verde che migliora le prestazioni termiche ed acustiche della struttura, mitiga l’impatto dell’edificio sull’ambiente circostante ed assorbe le acque meteoriche.
L’interno è riscaldato con una stufa a biomassa mentre le tubature poste sotto la struttura permettono alle acque fredde del fiume di climatizzare naturalmente le sale e di abbattere i consumi estivi.
Un boschetto di salici purifica le acque di scarico attraverso la fitodepurazione, queste piante crescono velocemente grazie all’azoto ed i fosfati e quando vengono tagliate possono essere utilizzate come legna per la stufa.
Fonte: Eco musei, in Olanda quello a forma di catena montuosa
E’ uno schema progettuale ormai consolidato a tal punto che lo trovo anche nei Regolamenti Urbanistici: i tetti dovranno essere verdi, la struttura seminterrata, ampie le vetrate, utilizzo di rinnovabili…
Per carità è uno schema progettuale che condivido, quindi niente da ridire, ma fa strano trovarmelo come imposizione..
p.s. grazie per le traduzioni da inglesismo invadente…