a cura di Martina Villa, curatrice della Pagina FB Quando nevica scarlatto
Un piccolo avviso prima di cominciare: per tutti quelli che hanno amato o apprezzato questo libro, non leggete quanto ho scritto qui sotto.
Vi avviso, sto per MASSACRARE questo libro. Lo reputo uno dei più brutti che abbia mai letto.
La cosa che mi aveva disturbato di più all’inizio era il fatto che ogni tre per due ci fossero delle parole intervallate da un trattino-così-senza-il-minimo-senso-logico.
E già qui iniziavano a suonarmi in testa i primi campanelli di allarme, ma ho fatto finta di niente ed ho ingenuamente proseguito la lettura.
Quello che ho trovato dopo è stata un’accozzaglia di clichè su clichè; la protagonista, Zoey, diventa una vampira, ma non una vampira qualunque!
No, lei ha il marchio dei vampiri più sviluppato di quello degli altri vampiri, quindi la rende una vampira speciale, una vampira più forte! Una vampira predestinata dalla dea-vampira Nix! (Oddio, quante volte ho ripetuto la parola “vampiro”?) Lei è l’unica che può invocare tutti gli elementi e bla bla…
Comunque è una storia già sentita e sarebbe risultata anche gradevole se Zoey fosse stata una protagonista un po’ più simpatica D:
A parte questo, il romanzo procede in un “mappazzone” di parolacce, descrizioni sterili e personaggi di una banalità assurda.
La bionda fighetta e cattiva? Ce l’abbiamo e si chiama Afrodite.
Le scagnozze della bionda fighetta? Presenti.
Il belloccio a cui, guardacaso, sia Afrodite che Zoey sbavano dietro? Ovvio che c’è, è Erik Night.
L’amica un po’ sfigata della protagonista? Non poteva mancare, è Stevie Rae!
Il personaggio gay (ormai va tanto di moda inserirne uno in ogni storia)? Abbiamo anche quello. Damien.
Un animaletto domestico che non fa una cippa, ma lo inseriamo, random, perché fa tenerezza? Non poteva di certo mancare ed è la gatta di Zoey, Nala.
Veniamo ora alle parolacce, davvero, per essere un libro per ragazzi ce ne sono davvero troppe! Delle volte più di una per pagina e sono messe puramente a caso, quasi fossero degli intercalari.
Ok, è normale che dei sedicenni dicano parolacce, e di solito durante la lettura non mi infastidisce trovarne qualcuna, ma così è troppo! Il libro, non sto scherzando, è di una volgarità assurda ed i personaggi hanno lo spessore psicologico di una sottiletta!
Tanto per farvi un esempio vi cito una frase che a me piace chiamare “la perla”, perché da questa si intuisce bene lo stile aulico di narrazione del romanzo. Tenetevi forte.
“Scommetto che Afrodite ha cagato mattonelle quando hai lasciato la sala di ricreazione con lui.”
…
No, Maria, io esco.
Questo libro non è altro che la fiera del trash e le descrizioni fisiche si limitano a “era una ragazza bionda” tant’è che dopo averlo ripetuto per quattro o cinque personaggi diversi le autrici fanno dire a Zoey qualcosa come: “La maggior parte delle ragazze aveva i capelli biondi. Non c’era tipo un limite per le ragazze bionde che si potevano iscrivere ad una scuola?”
Le autrici quindi si accorgono dell’errore, ma non fanno nulla per correggerlo! Anzi, cercano banalmente di mascherarlo buttandola sul “ridere”.
Ok.
Poi, il cognome della protagonista, altamente equivoco: Redbird.
Allora voi direte: “Embè uno non può chiamare i propri personaggi come vuole?” Ed io vi risponderò: “Sì, va bene, ma se il vostro cognome fosse Uccellorosso la prendereste bene?”
If you know what I mean…
In conclusione leggetelo solo se volete farvi del male. Ma molto male. Se riuscite a non far caso a tutti i vari scempi contenuti, le onomatopee messe a caso e tutto il resto magari potrebbe anche piacervi.
La storia della ragazza-vampiro che va in una scuola di vampiri non è originalissima, ma potrebbe risultare gradevole senza tutte le volgarità ed i nonsense aggiunti alla narrazione. Oppure, se proprio volete, leggetelo per ridere, è la scelta migliore.
Un’ultima cosa: chi è la ragazza sulla copertina? Zoey ha gli occhi scuri ed il marchio da vampiro sulla fronte, quella tizia sulla copertina ha una fronte candida e gli occhi azzurri.
Boh. Se qualcuno l’ha capito mi illumini per favore.