Fonte: Davide Coppo
Ho letto Sottomissione circa un mese dopo gli omicidi di Charlie Hebdo. Lo volevo leggere perché, semplicemente, mi piace Houellebecq. Ho tardato a leggerlo a causa di Charlie Hebdo. E quindi a causa della strumentalizzazione, tipo gli endorsement di Matteo Salvini.
Mi chiedo che giudizio avremmo di Sottomissione se non fosse successo quello che è successo, o se il libro fosse uscito, che ne so, oggi, o dopo il primo turno delle elezioni regionali francesi.
Perché in Sottomissione ci sono, ad esempio, dei fascisti che rischiano di governare, e in questo senso sì che si può vedere una profezia verso un certo presente recente; ma non ci sono kamikaze che ammazzano giornalisti e fumettisti.
L’Islam di Houellebecq è un Islam di governo, strano ma buono, possibile proprio perché una simile alternativa politica, oggi, potrebbe essere credibile.
Leggendolo mi sono sentito a disagio (quel disagio buono dei buoni libri) perché pensavo: io cosa farei, al posto di François? Sceglierei due mogli e un ottimo stipendio, o una specie di esilio lontano dal lavoro e dalla Francia? Voterei un partito religioso, o un partito neofascista?
In realtà non so ancora rispondere.