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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: Sottomissione

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Fonte: Davide Coppo

Ho letto Sottomissione circa un mese dopo gli omicidi di Charlie Hebdo. Lo volevo leggere perché, semplicemente, mi piace Houellebecq. Ho tardato a leggerlo a causa di Charlie Hebdo. E quindi a causa della strumentalizzazione, tipo gli endorsement di Matteo Salvini.

Mi chiedo che giudizio avremmo di Sottomissione se non fosse successo quello che è successo, o se il libro fosse uscito, che ne so, oggi, o dopo il primo turno delle elezioni regionali francesi.

Perché in Sottomissione ci sono, ad esempio, dei fascisti che rischiano di governare, e in questo senso sì che si può vedere una profezia verso un certo presente recente; ma non ci sono kamikaze che ammazzano giornalisti e fumettisti.

L’Islam di Houellebecq è un Islam di governo, strano ma buono, possibile proprio perché una simile alternativa politica, oggi, potrebbe essere credibile.

Leggendolo mi sono sentito a disagio (quel disagio buono dei buoni libri) perché pensavo: io cosa farei, al posto di François? Sceglierei due mogli e un ottimo stipendio, o una specie di esilio lontano dal lavoro e dalla Francia? Voterei un partito religioso, o un partito neofascista?

In realtà non so ancora rispondere.

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Questa voce è stata pubblicata il 5 marzo 2016 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , .