Lucca, metà del Cinquecento. Chiara Matraini è figlia di tessitori che esportano le loro finissime stoffe in tutta Europa. Non è nobile né cortigiana, le sole condizioni che consentono a una donna una vita pubblica.
Nel suo destino, funestato dalla morte dei fratelli durante una rivolta popolare, c’è un futuro da signora borghese, un buon matrimonio, dei figli e un’oscura vita tra le mura di un palazzo.
Invece lei, forte degli studi che i genitori le hanno consentito, decide di diventare una letterata, di più, una poetessa.
Una scelta controcorrente che paga con durezza, condannata dal suo essere donna e dal suo stesso talento.
Ma Chiara non smette mai di lottare. Per amore di suo figlio, di un nuovo uomo dopo la morte del marito, per amore della poesia, e soprattutto di se stessa e della sua dignità di donna.
Orgogliosa, ostinata e non domata come la sua città: città dalle cento torri e dalle cento chiese, superba nella sua indipendenza, ribelle e devota…