Finchè una certa parte della popolazione resta ancorata al discorso “padroni” ed “operai” e non datori di lavoro e dipendenti, non se ne uscirà.
Pubblico la notizia che una nota casa di videogiochi, dopo mesi di perdite, licenzierà il 16% dei dipendenti per ridurre i costi uno risponde: “Quando però guadagnano se li spartiscono loro. Schifosi.”
Gli ho risposto, in sintesi, che: Se hai un’attività, quando guadagni li prendi tu e quando perdi, ci perdi tu, mica vai a chiedere ai dipendenti di ripianare le perdite.
Ad ognuno il suo ruolo (e quindi il suo reddito), l’importante è che i dipendenti siano pagati il giusto rispetto alle loro mansioni e non sfruttati.
Qualche anno fa per far fronte all’ennesima crisi ho dovuto scegliere se licenziarne 1 su 3 e salvare gli altri 2 o chiudere e licenziarli tutti. Il tutto dopo averci rimesso del mio per pagare gli stipendi per mesi.
Se vuoi dividere i guadagni, allora apri una cooperativa, diventi socio dell’azienda e poi dividerai i guadagni, ma anche le perdite, senza la garanzia delle ferie o malattia pagate, del TFR e tutele varie.
Se un datore di lavoro non ti paga lo stipendio, ti rivolgi ai sindacati e quasi sempre ottieni ragione, anche se magari non ce l’hai.
A me invece non mi tutela nessuno: Un cliente fallisce, non paga quello che mi deve e lo Stato ci aggiunge del suo