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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Il mondo del lavoro / 31

Finchè una certa parte della popolazione resta ancorata al discorso “padroni” ed “operai” e non datori di lavoro e dipendenti, non se ne uscirà.

Pubblico la notizia che una nota casa di videogiochi, dopo mesi di perdite, licenzierà il 16% dei dipendenti per ridurre i costi uno risponde: “Quando però guadagnano se li spartiscono loro. Schifosi.”

Gli ho risposto, in sintesi, che: Se hai un’attività, quando guadagni li prendi tu e quando perdi, ci perdi tu, mica vai a chiedere ai dipendenti di ripianare le perdite.

Ad ognuno il suo ruolo (e quindi il suo reddito), l’importante è che i dipendenti siano pagati il giusto rispetto alle loro mansioni e non sfruttati.

Qualche anno fa per far fronte all’ennesima crisi ho dovuto scegliere se licenziarne 1 su 3 e salvare gli altri 2 o chiudere e licenziarli tutti. Il tutto dopo averci rimesso del mio per pagare gli stipendi per mesi.

Se vuoi dividere i guadagni, allora apri una cooperativa, diventi socio dell’azienda e poi dividerai i guadagni, ma anche le perdite, senza la garanzia delle ferie o malattia pagate, del TFR e tutele varie.

Se un datore di lavoro non ti paga lo stipendio, ti rivolgi ai sindacati e quasi sempre ottieni ragione, anche se magari non ce l’hai.

A me invece non mi tutela nessuno: Un cliente fallisce, non paga quello che mi deve e lo Stato ci aggiunge del suo

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Questa voce è stata pubblicata il 5 ottobre 2023 da in Il mondo del lavoro con tag , , , , , , , .