
Il solo sottotitolo di “Mio fratello”, vale a dire “Tutta una vita con Peppino”, spiega meglio di qualsiasi recensione il senso e la missione del romanzo verità di Giovanni Impastato. È infatti la vita di (e con) Peppino l’ingrediente principale che il lettore ritroverà all’interno di questa pubblicazione dedicata al compianto Giuseppe Impastato, eroe novecentesco, incorruttibile e inflessibile che sacrificò consapevolmente la propria giovane esistenza alla lotta contro Cosa nostra.
Membro di una famiglia di rispetto, una di quelle per cui si libera un tavolo al ristorante anche se è pieno, e davanti a un suo componente ci si toglie il cappello per strada, Peppino era una persona speciale: uno che si faceva delle domande.
Domande su tantissimi argomenti ma, in particolar modo, sulle dinamiche interne al paese dove risiedeva, che rendevano così diversa la famiglia Impastato (e quelle collegate) dalle altre, dalle famiglie normali. Il concetto di onore pare essere la prima molla a generare dubbi stringenti nella mente di Peppino: che cosa è l’onore? Cosa significa essere un uomo d’onore?