
L’amato sindaco Thierry non c’è più. La sua tragica scomparsa ha lasciato un vuoto enorme nella comunità di Fragolin, che solo con grande fatica e impegno sta lentamente tornando alla normalità. O almeno così sembra.
Chissà se il tempo rimargina davvero tutte le ferite, si chiede Isabelle Bonnet, per tutti Madame le commissaire, che di ferite se ne intende e sa bene che al loro posto rimangono sempre e soltanto cicatrici. E proprio quando Isabelle comincia a ricostruire una sembianza di quotidianità – le corsette mattutine tra i campi di lavanda, le nuotate nel mare blu, i café au lait con l’amica Clodine – ecco che la routine appena riconquistata va di nuovo in frantumi.
Il suo fedele assistente Apollinaire si è scontrato, letteralmente, con un nuovo caso, rischiando di investire con la sua auto una donna che gli ha tagliato la strada sbucando all’improvviso dal bosco. È in stato di shock, non riesce a parlare, non ricorda cosa le è accaduto e nemmeno il suo nome. Ha la testa fasciata per nascondere un taglio che però sembra medicato da un professionista.
Isabelle non riesce a trovare indizi per risalire all’identità della donna e quando le domande che si accavallano diventano troppe, si decide a lanciare un appello sui social. Peccato che in quel momento la donna senza memoria svanisce nel nulla.
Con il suo settimo caso da risolvere, torna in libreria una delle detective più amate della narrativa contemporanea, che, tra il sole della costiera provenzale e le oscurità della natura, ci porta con sé in una nuova, appassionante avventura.
Opinione personale: E’ il 7° libro che leggo di questa serie ed apprezzo il mix di indagini e leggerezza, quindi il mio giudizio resta positivo ed anche questa volta si guadagna un Buono (4* su Kobo) nella mia classifica personale.
L’indagine è interessante ed alterna la ricerca sul campo di Isabelle a quella a tavolino di Apollinaire, con l’aggiunte dei soliti risvolti personali di Isabelle che aggiungono leggerezza, senza togliere spazio alla parte gialla.
Però…
… trovo che sarebbe meglio fare due pagine all’inizio del libro, destinate ai nuovi lettori, che riassumano il percorso di Isabelle piuttosto che doversi leggere 20-30 pagine che spieghino nel dettaglio il percorso professionale (e sentimentale) che ha portato Isabelle a Fragolin.
… trovo fastidiosi i termini lasciati in francese, senza una traduzione a piè pagina. Che senso ha?
Come scritto in altre occasioni:
non è che tutti i lettori possano essere poliglotti e se la frase in lingua originale è funzionale al testo (ad esempio: un gioco di parole intraducibile, ma spiegato a margine) mi sta bene, sennò ricordiamoci che i libri non sono mica dei dvd, non ci sono i sottotitoli. Se tali frasi, però, non hanno significati particolari, allora perché lasciarle in lingua originale? Confondono il lettore al quale, di fatto, manca un pezzo di dialogo. Se per ragioni a me sconosciute, sia assolutamente necessario lasciare queste frasi, suggerisco una traduzione in calce alla pagina.