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Ecco un esempio pratico del fatto che lo Stato siamo Noi.

Ricevo (da persona conosciuta ed affidabile) e pubblico

Da parecchi mesi sto affrontando una situazione per conto della mia famiglia nella quale mi sento ingiustamente attaccata dall’Agenzia delle Entrate che agisce basandosi su presunzioni ingiustificate, o giustificate da falsità in contrasto con fatti e prove che dimostrano una realtà completamente diversa; fatti e prove ignorate da un giudice di primo grado, fatti e prove che dimostrano che quanto dichiarato dall’Agenzia delle Entrate si basa su presunzioni alterate da errori, superficialità o, peggio ancora, forse è solo un modo per far “cassa” sulla pelle di un contribuente onesto, ignorando completamente i suoi diritti.

Resta il fatto che la situazione sta mettendo a dura prova la mia famiglia sia finanziariamente, sia moralmente e fisicamente, e quindi ritengo logico arrivare alla convinzione che lo Stato non sia al servizio del cittadino, ma che sia contro il cittadino; una situazione che mi porta a pensare che un dipendente statale (forse perché non pagato in maniera consona o forse perché non controllato) non sia in grado di dare un corretto servizio al cittadino.

Quanto accaduto nei giorni scorsi, però, mi ha portato a rivalutare il tutto; forse non si tratta solo dello Stato, forse non si tratta di un giudice superficiale (e perdonatemi se uso la lettera iniziale minuscola, ho le mie buone ragioni e le ho anche espresse letteralmente in sede di appello  e me ne prendo la  responsabilità visto le prove che ho in possesso), forse non si tratta dell’Italia, forse non si tratta di Equitalia (dove ho comunque trovato anche persone disponibili).

Forse si tratta delle singole persone.

Posso essere i politici che dovrebbero dare il buon esempio visto che sono loro a gestire lo Stato (cosa che non fanno), oppure i cittadini che evadono milioni, ma sono nel redditometro e quindi inattaccabili; di certo non sono quei poveretti  che magari sgarrano per sopravvivere , ma in ogni caso non sta a me giudicare.

Mi permetto, tuttavia, di esprimere un giudizio personale, ma motivato, su una persona e mi piacerebbe trovare nel mio Stato tante persone come Lei. Sono pronta ad attaccare chiunque lo meriti, ma penso che così le aziende funzionano quando ci sono persone che funzionano, anche lo Stato ed i suoi uffici funzionino quando ci sono persone che funzionano.

Pochi giorni fa ho avuto a che fare per una pratica di un mio cliente con una dipendente dell’Agenzia delle Entrate. Gentilissima, (come del resto ogni volta che si trova una persona competente), esaustiva e tempestiva. Ha recepito immediatamente il problema, trovata la soluzione e mi ha inviato un fax con la comunicazione di sgravio.

Successivamente avevo comunicato un mio problema tecnico in merito alla ricezione del fax. Fin qui tutto nella norma. Problema comunque risolto visto che dopo due minuti ho ricevuto lo sgravio. Nel pomeriggio questa Signora (e concedetemi la lettera maiuscola) mi ha contattata telefonicamente per appurarsi che avessi che avessi ricevuto il fax.

Dite che è tutto normale?

NO! Non è normale che un dipendente statale  si preoccupi di questo, non è normale che un dipendente statale sia al servizio di un cittadino, non è normale trovare questa estrema disponibilità, gentilezza, competenza e, se volete,  risparmio per lo stato (visto che la competenza e la tempestività fanno risparmiare denaro in termini di tempo).

Sono rimasta senza parole e VORREI TANTO che lo Stato fosse fatto di persone così, a partire dai politici, a partire dai cittadini, a partire da ognuno di NOI.

Al termine di questa lettera-sfogo, concedetemi di esprimere un ringraziamento ed i miei complimenti alla signora Noemi Mazza (del call center di Cagliari) che ha dimostrato che lavorare in modo efficiente e con cortesia, è fattibile.

Lettera firmata

2 commenti su “Ecco un esempio pratico del fatto che lo Stato siamo Noi.

  1. Lettera firmata
    15 aprile 2013

    Ho appena letto su ItaliaOggi un articolo sul fatto che la “pubblica amministrazione paga i debiti verso le azienda salvo che accettino l’accertamento” .

    Ma se l’accertamento è basato su presunzioni errate come la mettiamo?
    Ma la giustizia dove sta?

    Questa non è una lotta all’evasione, ma un fare cassa per coprire l’evasione fatta in primis dallo stato.

  2. gianfranco
    15 aprile 2013

    se le puo’ bastare, le riferisco le testuali parole che mi disse 4 anni fa un funzionario dell’ agenzia delle entrate (volutamente minuscolo) dopo un’analisi completa del mio bilancio -ditta individuale-sul 2003 ,alla presenza del mio commercialista: “complimenti, tutto in ordine,lei potrebbe essere il piu’ onesto dei contribuenti modenesi, ma da qui si esce lasciando sempre un obolo. noi in fondo le chiediamo meno di quanto spenderebbe per un ricorso” . Forse e’ vero che gli impiegati hanno una gratifica sulle riscossioni e forse e’ anche vero che come partita iva siamo solo carne da macello, ma molte ditte sono gia’ state strangolate e i rimanenti lo saranno. lotta all’evasione sì, ma inquisizione vessatoria generalizzata cosa e dove portera?

I commenti sono chiusi.