Mi capita un paio di volte al mese di percorrere la via Pontina, strada consolare che da Roma arriva a Latina, dunque in direzione Sud.
Adesso non ho riferimenti statistici precisi, ma so che dovrebbe essere considerata la terza strada più pericolosa d’Italia.
È, comunque, pericolosa e, al tempo stesso, inevitabile essendo l’unico modo per raggiungere il capoluogo pontino e i numerosi poli industriali sorti tra Roma e Latina, Pomezia su tutti. Dunque una strada assai percorsa da pendolari e da autoarticolati.
Una strada così trafficata, a scorrimento veloce eppure praticamente urbanizzata, con abitati al suo ridosso, enormi centri commerciali (sulla cui utilità ci sarebbe ben da discutere…), attraversamenti a raso, ecc…
La cosa più incredibile è il manto stradale di questa importante via. Sfigurerebbe anche accanto alle autostrade cubane per quanto è tenuto male, pieno di buche…
La corsia di destra è un percorso ad ostacoli se si vuole evitare di distruggere ammortizzatori e cerchi o, peggio, sbandare a causa di una buca improvvisa. Va meglio quella di sinistra, ma lì è impossibile viaggiare rispettando il limite di 90 km/orari perché subito ti si attaccano dietro lampeggiandoti vetture che chiedono spazio…
Cosa fanno gli Amministratori?
Da due anni si discute il progetto faraonico (ormai approvato) della Regione Lazio di trasformarla nell’autostrada a pagamento Roma-Latina: 6 corsie affiancate da due complanari per il traffico locale.
Mi chiedo: dove trovano lo spazio? Butteranno giù centri commerciali e industriali, case e ristoranti?
E se, invece di pensare a simili progetti che impiegheranno enormi quantità di denaro pubblico e che abbisogneranno di chissà quanti anni di realizzazione, si provvedesse a mettere in sicurezza l’attuale via Pontina, con un serio intervento sul manto stradale, sulla segnaletica, sugli svincoli, sulle piazzole di emergenza e sosta?
Senza distruggere ancor di più la ormai ex bellissima piana Pontina?
Francesco
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