Il pane di ieri
di Enzo Bianchi – Einaudi, Torino 2008
“Vorrei che da queste pagine emergesse la ricchezza di umanità che ho ereditato dal mio vissuto, la gratitudine per quanto mi è stato dato di sperimentare, l’amore per la terra e per la compagnia degli uomini cui sono stato educato dalle vicende della vita, prima ancora che dalle persone che ho avuto accanto”.
“Il nutrimento solido che ci viene dal passato è buono anche per il futuro e i principi sostanziali che hanno alimentato l’esistenza di chi ci ha preceduto sono in grado di sostenere anche noi e di darci vita, gioia, serena condivisione nel nostro stare al mondo accanto a quanti amiamo”.
Leggiamo in queste pagine ricordi nati e cresciuti tra uomini e donne nella terra tra il Monferrato e le Langhe. Ricordi preziosi che affiorano dalla terra, dalla semplicità contadina, dalla tavola e dal cibo. Natura e cultura hanno trovato luogo ideale per unirsi per dare insegnamento agli uomini, affinché essi lo tramandassero prima con la parola, poi con la scrittura, come in questo caso.
Nei ritmi frenetici di oggi, si è sempre più portati a pensare che solo il presente conti, che la nostra storia sia solo una linea retta, che procede velocemente. Tutto è veloce: l’informazione, la comunicazione, i rapporti umani, l’alimentazione. La velocità a scapito della consapevolezza, della conoscenza, dell’approfondimento. Se ci fermiamo un attimo capiamo che abbiamo molto da imparare dalla nostra storia, da un vissuto personale e collettivo, ma soprattutto dalla nostra terra. Quella terra, che dovrebbe educarci al rispetto, alla pazienza, alla tolleranza, al tempo.
Un bel libro questo di Enzo Bianchi, fondatore e priore della comunità monastica di Bose. Un libro pieno di storie di genuinità, di aneddoti, di persone. Un libro che sa fare delle esperienze particolari un monito per l’esperienza generale, per la meditazione sui grandi temi quali la vita, la morte, l’amore, l’amicizia, la terra, la vecchiaia. Perché “il pane di ieri è buono domani”. Perché la semplicità è una dote. A quanto pare difficile da vivere, da affrontare e da fare propria. Per alcuni persino da leggere.
Silvia Passini – Arte e Cultura – http://www.lifegate.it