Un articolo di Silvia Bombino – Vanity Fair
Mentre Benedetto XVI, nella sua enciclica, auspica un’economia più etica, un libro smaschera i peccati dello Ior. Dalle tangenti al riciclaggio.
Quando uno dice le coincidenze. Mentre è appena stata diffusa Caritas in Veritate, terza enciclica di Benedetto XVI. , sulla crisi e l’esigenza di riportare l’etica al centro della vita economica, nelle librerie va a ruba Vaticano S.p.A. (Chiarelettere, pagg. 304, € 15), caso editoriale da 70 mila copie ai primi posti in classifica, sugli scandali politici e finanziari della Chiesa. Un saggio particolare: le indagini dell’autore.
Il giornalista Gianluigi Nuzzi. 40 anni, si basano sull’archivio di monsignor Dardozzi, consigliere della Segreteria di Stato del Vaticano dal 1983 al 2003: oltre 4 mila documenti (lettere, bilanci, verbali, bonifici, ora consultabili anche al sito blog.chiarelettere. it) che provano i flussi di miliardi sui conti della banca del Papa, lo lor, nel periodo gestito da monsignor Donato De Bonis, ex segretario e successore di Marcinkus.
Tutto finora occulto, perché lo lor, nel sistema creditizio internazionale, è a tutti gli effetti una banca offshore, ma nel centro di Roma, spiega Nuzzi. L’istituto non risponde alle norme antiricic1aggio, come qualsiasi banca estera.
E così nelle sue casse sono passati, documenta il libro, decine di miliardi della maxi-tangente Enimont e i soldi di Provenzano e Riina, versati dali’ ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino (la cui ultima cassetta allo Ior è stata chiusa due anni fa, come ha detto suo figlio Massimo ai magistrati).
Qual è stata la reazione del Vaticano?
Il silenzio. Peccato, perché la gente legge il libro, vuole capire.
La pubblicazione del bilancio della Santa Sede, previsto per il 4 luglio, farà più luce?
No: il bilancio contiene solo dati fuorvianti e parziali. Racconta nel detta glio l’attività delle tipografie che fanno i francobolli, ma manca, per esempio, il dato del polmone finanziario del Vaticano, lo Ior. I suoi bilanci sono segreti, eppure si stima che raccolga 5 miliardi di euro sui propri conti. Faccio un esempio: nel bilancio del 1994 si annunciava un avanzo di 2,4 miliardi di lire. Peccato che dall’archivio Dardozzi scopriamo che l’utile dello Ior, comunicato a Wojtyla, fosse di 72,5 miliardi di lire, circa 30 volte tanto.
Ma la Chiesa soffre la crisi?
Poco. Ha recuperato soldi investendo nell’oro e vendendo immobili.
L’enciclica di Ratzinger, che parla di etica ed economia, è un segnale di cambio o solo una mossa politica?
Il Vaticano si allinea alle ultime iniziative internazionali, come quella di Obama. che recentemente si è accordato con il governo svizzero sulla trasparenza fiscale. Ma spero anche che alle parole dell’enciclica seguano i fatti. Sarò blasfemo: ricordo quando Wojtyla andò in Sicilia a condannare la mafia e Ciancimino aveva i conti allo Ior.