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Birmania, pagode e minoranze etniche

Quanti sono i buoni motivi per andare in Birmania? Arte, spiritualità, architettura, natura, un popolo gentile e sorridente.

Oltre ai monumenti classici di impronta essenzialmente indiana (oltre a quella propriamente birmana), una varietà di etnie costituisce il tessuto sociale su cui si è scritta la storia della Birmania che rappresenta una fucina di sorprese e l’incanto di una cordialità che è tratto di carattere distintivo di un popolo incredibilmente sereno e saldamente ancorato alle proprie tradizioni. Emozioni profonde, umane ed estetiche, in cui si intrecciano arte, spiritualità e usanze che hanno il fascino esotico di ciò che è diverso e lontano.

La Birmania dai mille volti: i luoghi “classici” e le interessanti minoranze etniche della regione di Keng Tung; i grandi spazi e gli straordinari templi.

In Birmania colpisce soprattutto la profonda spiritualità di un popolo che ha saputo conservare la propria serenità e l’amore per il culto antico, che in ogni contatto dimostra una serenità vera.

Così, a poco sono valsi gli sforzi per allontanare la gente dai templi, a nulla distruggere, per ricostruirla a 10 chilometri di distanza, l’antica Pagan, con diecimila templi, capace di emanare un’atmosfera di magia e serenità.

Dovunque la gente ha saputo conservare lo stesso sorriso, la stessa semplicità di vita. Ci incanteremo davanti alla cupola d’oro della Shwedagon, ammireremo, sulle tranquille acque del lago Inlie, i pescatori Intha che pescano spingendo la barca con un remo manovrato con la gamba; ci commuoveremo guardando il tramonto ai bordi del fiume Irrawaddy, mentre il sole tinge di rosso stupa e pagode.

Incontreremo minoranze etniche che ancora vestono gli antichi costumi; scopriremo a Mandalay che, accanto a templi stupendi, nel fiume uomini e bufali faticano per imbrigliare tronchi che la corrente trasporterà.

Sonia Di Gregorio – http://www.lifegate.it

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Questa voce è stata pubblicata il 6 agosto 2009 da in Turismo con tag , , .