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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Quando le vittime (della strada) non si tutelano nemmeno da sole

di Maurizio Caprino

Stamattina a Milano la Fondazione Ania ha “approfittato” dell’Eicma (Salone del ciclo e motociclo) per porre ancora una volta il problema dei troppi morti – soprattutto in città – fra gli utenti deboli della strada: pedoni, ciclisti e motociclisti. Le ultime elaborazioni specifiche (Scarica Mortalità 2007 utenti deboli) sono aggiornate al 2007 (i dati grezzi 2008 ci saranno solo a giorni e poi ci vorrà tempo per elaborarli sotto l’aspetto che qui c’interessa).

Siamo tutti d’accordo sul fatto che spesso guidiamo le auto come se i deboli non esistessero e come se non fossimo mai pedoni a nostra volta: colpa della distrazione, dell’ignoranza, della sostanziale assenza dei vigili e – perché no – del troppo confort delle nostre moderne vetture (ci fanno sentire poco i rumori estermi e hanno impianti stereo talvolta da favola, magari solo come costosi optional).

Servono pure strade fatte meglio e – forse – nuove norme (se ne parlerà a Roma alle 15,15 di martedì 17 novembre, in un convegno della Fondazione Guccione alla Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto, stabile che appartiene alla Camera e si trova in via del Seminario 76).

Ma distrazione, ignoranza e sostanziale assenza dei vigili favoriscono anche le scorrettezza degli stessi utenti deboli.

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