di Simenon Georges
Ediz. Adelphi, 2009 – Pagg. 177 – € 18.00
Trama: Un lento, soffocante pomeriggio estivo. In un modesto appartamento di Faubourg Saint-Honoré, una donna sta ricucendo un vecchio vestito. Al di là della sottile parete che divide la sua stanza da quella attigua, due corpi giovani si stiracchiano voluttuosamente dopo aver fatto l’amore. La donna sente tutto, immagina ogni gesto, come se li vedesse. Poi, come fa sempre, si avvicina alla finestra. Dall’altra parte della strada vive la ricca famiglia dei Rouet, proprietari non solo del palazzo in cui abitano, ma di buona parte dei palazzi intorno.
Per ore e ore, da dietro le persiane accostate, la donna spia la loro esistenza: quella dei vecchi, al piano di sopra, e quella del giovane Hubert e della sua bella, irrequieta moglie Antoinette, al piano di sotto. Sarà lei, in questo pomeriggio di luglio, l’unica testimone di qualcosa che potrebbe anche essere un omicidio.
E da ora in poi la donna comincerà a vivere per procura la vita di Antoinette: una vita “fervida, invadente, in tutta la sua spaventosa ferocia”, una vita “proibita”, che a poco a poco diventerà la sua. Con “La finestra dei Rouet”, storia di una torbida ossessione, Simenon ha scritto uno dei suoi romanzi più sottilmente perversi.
Letto da Francesco
Opinione: Affermare, come farò, che questo romanzo mi ha lasciato una leggera delusione è come ribadire la grandezza di Simenon: il prolifico scrittore belga di lingua francese ci ha così ben abituati da aspettarci, in ogni sua opera riproposta postuma in Italia, sempre di più. Non è il caso di questo romanzo breve, a mio avviso un po’ fiacco.
Sebbene sia comunque capace di offrire con interessante forma voyeuristica la storia a tinte fosche di una perversione molto borghese tipica della ipocrita borghesia parigina degli anni Cinquanta, in cui spiccano i mirabili ritratti delle due figure femminili protagoniste, così diverse caratterialmente e nel condurre la propria esistenza che non potevano proprio sfuggire all’intrecciarsi dei propri destini.