Dal Blog dell’amica Dolce > www.dolcemigrare.ilcannocchiale.it/ che attualmente si trova a Shangai per la 4a Giornata Mondiale della Lentezza www.vivereconlentezza.it/taxonomy/term/55 ecco alcune sue sensazioni…
Vista
Momentaneamente incapace di fornire una descrizione ragionata di ciò che Shanghai mi mostra, scriverò una serie di piccoli elenchi emotivi (si vedono/sentono tantissime cose, ma poi al momento di riportarle… solo alcune riaffiorano… quelle che per qualche ragione ci hanno colpito…) divisi per senso. Inizio con il senso più abusato, la vista. Un primo elenco di cose che ho notato qui a Shanghai, in mezzo al mare di informazioni visive che ho ricevuto.
Operai. Con caschi gialli o arancioni. Con la sigaretta in bocca. Ovunque. Costruiscono grattacieli, scavano tunnel per nuove linee della metropolitana, piantumano aiuole, aggiungono fognature, lastricano marciapiedi e ogni altra azione. Su impalcature arrugginite. O di bambù un po’ storto dal tempo. A maggio inzia l’Expo Shanghai 2010. E a città si vuol far trovare preparata, anche perchè il tema sarà Better City Better Life.
Venditori. Di cibo, di orologi, di pennelli, di carta colorata. Di pelli di cane. Di due tartarughe, appese al manubrio di una bicicletta. Di pesciolini e lucertole in vaschette buttate a terra. Di tutti i marchi più famosi – circa. Di massaggi. Con negozietti piccolissimi. Con un carretto. Semplicemente con una foto della merce o con un orologio in mano. Procacciatori di clienti un po’ troppo insistenti.
Acqua. Ho la fortuna di essere vicino alla conluenza fra Suzhou e Huangpu. Chiatte. Barche. Luci riflesse. Lungofiume con palazzi storici. Sponde inavvicinabili, sono in corso i lavori per creare il più spettacolare lungofiume del mondo.
Gente. Tantissima. Nelle strade, in metropolitana. Senzatetto. Turisti di ogni parte del mondo e turisti cinesi, curiosissimi. Persone che frugano nella spazzatura, recuperano materiali differenziabili e vendibili. Che stendono i panni in strada. Che lavano, lavorano, mangiano su un marciapiedi.
Olfatto
Profumo di dolcetti al cocco. Frittelle di zucca.
E poi aglio, cipolla, cumino, carne, castagne, anacardi, semi. Fritto. Spezie. Verdura lasciata a bagno al lato della strada. Ancora carni appese. Soia. Pesce. Uova. Tè nelle borracce di chi inizia una giornata di lavoro.
Poi tutto insieme, finchè sale alla gola uno sgradevole miscuglio che invita ad acellerare il passo.
Strada. Catrame bagnato. Cemento, sabbia. Terriccio, odore di erba e fiori appena pianatati. Plastica tagliata, forse tubi. Pietra tagliata, nuova pavimentazione. Metallo: cancelli da abbattere, da ricostruire, ruggine da eliminare. Odori dalla consistenza concreta, li si può vedere volteggiare nell’aria.
E poi, all’improvviso, i dolci gigli.