La famiglia padovana (marito, moglie e un figlio di 18 mesi) eliminata dalla faccia della terra in uno dei consueti incidenti stradali che fanno migliaia di morti ogni anno, e sono una forma di guerra civile non dichiarata ma accettata, lascia in noi spettatori una coda polemica perchè l’auto che ha provocato la strage era guidata da un ubriaco.
Se il conducente fosse stato sobrio e per errore avesse ottenuto lo stesso risultato, ne parlerebbero solo i parenti e gli amici delle vittime. Ciò che disturba qualche coscienza non ancora assopita è appunto la componente alcolica della sciagura. Dai controlli effettuati su strada, risulta in aumento la percentuale di guidatori più o meno «euforici».
Non c’è una classifica attendibile del posto che l’alcol occupa fra le cause di incidenti, ma nella percezione generale esso è fra i maggiori sospettati. Non potrebbe essere diversamente. Tutti sanno e tutti vedono, nelle comunità in cui vivono, in ogni angolo del Veneto, che il bere non è più un tabù nemmeno fra i giovanissimi.
Le cronache hanno segnalato casi in cui gli avventori erano dei bambini. Per non parlare del vino e della birra consumati pubblicamente dai giovani nei loro riti di socializzazione, nel nuovo modo di «stare insieme » che non incontra ostracismi non soltanto nelle famiglie ma spesso neppure nei bar e nei pub dove l’importante è vendere senza controllare l’età del cliente.
Viste le premesse (ogni tanto si leva un grido d’allarme, sempre più debole, che lascia il tempo che trova), non stupisce che in un numero crescente di scontri e tamponamenti vengano accertate da polizia e carabinieri anomalie etiliche (oltre ches tupefacenti).
Il costume rilassato che ha riammesso il bere fra i passatempi sui quali si può chiudere un occhio, lo sta anche conciliando con la guida specialmente fra i giovani, che non conoscono le remore dei loro padri cresciuti in un clima meno «sportivo ». Quasi ogni giorno, dalle Alpi alla Sicilia, ubriachi in auto falciano persone di ogni età, anche sui marciapiedi. Se non riescono a tagliare la corda, dopo un paio di giorni al fresco vengono spediti ai domiciliari.
Cioè, tornano a casa. Sostanzialmente impuniti. Forse un processo li attende, in un futuro remoto. Se ci viene lasciata sul collo la briglia sempre più lenta, la disinvoltura ci porta a varcare i limiti creati per proteggere la nostra e l’altrui esistenza. Il discredito di ogni tipo di severità diffonde una sorta di sindrome teppistica anche fra gli adulti che partecipano al gioco e si «lasciano andare».
Così, in quella sfida quotidiana che chiamiamo traffico e nella quale la percentuale di azzardo è già elevata anche per i concorrenti provvisti di buon senso, entra un altro eccitante attore, l’ubriaco. E il gioco si fa più duro.
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Nota di Paoblog
E visto che di personaggi che ritengono lecito il binomio alcol+ guida, dato che, come affermano: Io so quando non posso guidare (il termine mancanza di lucidità a lor signori non dice nulla. Una persona lucida sa quando può guidare, ma se la lucidità la perdi… non è che sia un ragionamento da Premio Nobel, eppure…non ci arrivano o, forse, gli fa comodo non capire.)
Qui si trovano informazioni utili, per chi vuol capire, beninteso, che spiegano perchè Alcol e Guida non vann dìaccordo. https://paoblog.wordpress.com/2010/02/04/guida-e-alcol-la-mappa-per-non-sbagliare/
Si dimentica poi il pessimo insegnamento che arriva dai genitori che instillano nei giovani (che diventeranno poi adulti e genitori) l’insegnamento che L’importante è non farsi beccare.
Vedi: https://paoblog.wordpress.com/2010/04/16/comportati-male-ma-non-ti-far-beccare/
Ci stiamo avviando verso la “globalcoolizzazione”? Al seguente link potrete vedere cosa ne pensano gli studenti.
http://uniroma.tv/?id_video=15833
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