di Andrea Camilleri
Ediz. Sellerio – Pagg. 269 – € 14,00
Trama: Un torpore inerte ha invaso il commissariato di Vigàta: un tedio strascicato. Ammortisce pure il trallerallera di Catarella, che adesso incespica tra rebus e cruciverba. Montalbano legge un romanzo di Simenon, e distratto va sfogliando una vecchia annata della “Domenica del Corriere”: al telefono continua il dai e ridai querulo e molesto della suscettibile fidanzata, lontana sempre, lontanissima.
Eppure un diversivo c’era stato. Due anziani bigotti, fratello e sorella, a furia di preterìe e giaculatorie, avevano rincappellato pazzia sopra pazzia. La loro demenza era arrivata al fanatismo delle armi. E la sceriffata santa aveva lasciato sul campo uno strumento di passioni tristi e appassite: una bambola gonfiabile, disfatta dall’uso.
Letto da: Paolo
Opinione: Mi è piaciuto, Montalbano è ormai un vecchio amico e fedele alla massima che recita un Amico è uno che sa tutto di te e nonostante questo ti è Amico, sono indulgente su alcuni suoi comportamenti ed apprezzo il resto. Ho trovato divertente il modo escogitato per zittire l’antipatico Questore; noto che negli ultimi romanzi si dia maggior spazio alla vocina interna di Montalbano (la sua coscenza critica?) piuttosto che ai suoi fidi aiutanti, Fazio ed Augello.