di Fulvio Ervas
Ediz. Marcos y Marcos – Pagg. 301 – € 16,50
Trama: Ferragosto di fuoco per l’ispettore Stucky: in gita tra le colline del prosecco con le belle vicine di casa, si sveglia in un letto non suo, in posizione non consona. Unica certezza, le stelle. Di ritorno a Treviso, cercando conforto tra i calici, trova il suo oste di fiducia malinconico: non si capacita del suicidio plateale del conte Ancillotto, fornitore di vini d’eccellenza. Perché dovrebbe suicidarsi, un uomo che ama le donne, camminare, guardare il fuoco e, naturalmente, il vino?
Mentre Stucky indaga a modo suo, conversando con la governante, l’amante a cottimo e il prete, piomba in paese Celinda Salvatierra, tellurica come le terre andine da cui proviene. L”unica erede del conte Ancillotto, e semina il panico tra i viticoltori minacciando di sradicare le vigne per impiantare filari di banani a perdita d’occhio.
Letto da: Paolo
Opinione: Dico subito che mi è piaciuto; ha un tono leggero, ma non superficiale, potremmo dire che è un poliziesco che spesso ti fa sorridere. Amando il Prosecco di Valdobbiadene, va da sè che già dal titolo questo romanzo mi facesse simpatia 😉 tuttavia l’Ispettore Stucky è un piacevole personaggio. Ho scoperto che questo è il 4° romanzo con il medesimo personaggio e mi riprometto di leggere anche il 1° in modo da fare conoscenza con Stucky e chissà se capirò da dove derivi la sua esclamazione preferita (Antimama). In realtà sarebbe stato comodo una nota a margine che spiegasse la cosa.
La storia è intervallata dai racconti in prima persona di uno dei personaggi e se dapprima la cosa annoia un poco, successivamente quando si capiscono al meglio i meccanismi della storia, quasi si aspetta questo particolare momento.
Non è possibile scendere minimamente nei dettagli dell’intreccio poliziesco, perchè ci saranno alcune sorprese che meritano di restare tali.
A beneneficio di Spugna (appunto) e Francesco, noti amanti del vino, copio un paio di passaggi del libro, divertente il primo ed interessante il secondo.
L’oste Secondo interroga l’Ispettore circa le caratteristiche del Prosecco.
Brut?
Un vino che non ha superato il concorso di bellezza.
Cosa dice? E il brut nature allora?
Uno scarafone biologico o biodinamico.
Lei è completamente impazzito! Extra dry?
Vino prodotto nelle oasi per il ristoro del tuareg.
Demi sec?
Un vino dopo una lunga dieta.
Lei non sa niente di vino! Millesimato?
All’ispettore Stucky si era seccata la gola.
Un vigneto con molti proprietari, ognuno dei quali paga le imposte in base ai millesimi catastali…
°°°
Ancora Secondo sul vino: “…il cervello umano è labile, i vini di qualità suscitano impressioni perse nella memoria…percepiamo i ricordi più profondi….come se il vino, e solo il vino, fosse un’enorme libreria di suggestioni olfattive. Per questo il buon vino è cultura: come i buoni libri ci fa immaginare…“
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…il fine giustifica i mezzi, potremmo dire… ma non posso dire di più… 🙂
Che delitto! Un giallo che si tinge di noir…
…tuttavia una cinquantina di viti saranno abbattute, prima di scoprire che… 😉
Non v’è niente di più vero: degustare vino, come leggere o ascoltare musica o ammirare l’arte, è il miglior esercizio per scavare nella memoria delle sensazioni e dei sentimenti riuscendo a far sì che questi ci conducano attraverso un percorso lungo infinite vite.
* * *
No: è fisicamente come mentalmente impossibile. Nessuno potrebbe mai, neppur nel momento di maggior sconforto masochista e vinto dal più duro pessimismo cosmico, ardire a smantellar filari di vite per far posto a banani…
Grazie Paolo per le note vinicole 🙂
Condivido in pieno l’ultima di Secondo …