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Gusto batte informazioni nutrizionali 10 a 0

Anche nella patria dei semafori sulle etichette degli alimenti, l’istinto prevale sulla razionalità: i consumatori del Regno Unito sono ben capaci di intendere le informazioni nutrizionali fornite sulle confezioni, ma affidano al gusto le proprie scelte d’acquisto.

Da quasi tre anni si dibatte in Europa su come fornire le notizie sulle caratteristiche nutrizionali in relazione ai prodotti. Gli approcci sono due:

– quello “discriminatorio”, che contrassegna ogni prodotto alimentare come “buono” (semaforo verde), “cattivo” (semaforo giallo) o “pessimo” (semaforo rosso) per la salute, in base alla composizione. Sono questi i costumi delle autorità britanniche (sistema dei “traffic lights”), olandesi (“healthy logo”) e dei Paesi scandinavi (“keyhole system”).

– quello “obiettivo”, che fornisce le informazioni tal quali, senza esprimere giudizi affrettati e inevitabilmente grossolani su ciascun alimento. In linea con gli insegnamenti della scienza nutrizionale, per i quali sono le diete nel loro complesso, e non i singoli componenti, a doversi valutare come equilibrate o meno.

Il Parlamento europeo, nel voto in prima lettura sulla proposta di regolamento per l’informazione sui prodotti alimentari, ha rigettato con fermezza l’idea di apporre i semafori sulle confezioni alimentari. «Le indicazioni nutrizionali in etichetta devono fornire informazioni obiettive affinché il consumatore possa scegliere in modo libero e consapevole», ha chiarito Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura del Parlamento – «ma non devono in nessun modo condizionare né coartare le sue scelte».

In questi giorni è stato pubblicato uno studio* su 2000 consumatori….

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Questa voce è stata pubblicata il 20 ottobre 2010 da in Consumatori & Utenti, Sicurezza alimentare con tag , , .