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Una sentenza incomprensibile…

È una sentenza sconcertante, per molti versi incomprensibile, quella che è stata pronunciata a Teramo nei confronti di un automobilista che, ubriaco, uccise un motociclista in uno scontro e poi si accanì sul suo corpo mentre era ancora vivo.

I fatti avvennero la sera del 22 aprile 2010, a Teramo: Giovanni Antonio Graziani si mise alla guida della propria Mercedes in stato di ebbrezza (1,26 g/l). All’incrocio tra via Roma e via Po si scontrò con la moto condotta da Darwin Lupinetti, Vigile del Fuoco di 34 anni, che riportò gravissimi traumi, in relazione anche alla velocità che avrebbe tenuto, a causa dei quali, poco più tardi, morì.

Ma c’è un fatto che rese l’evento, già di per sé gravissimo, addirittura inquietante: l’investitore, secondo molte testimonianze, sarebbe sceso dall’auto dopo lo scontro e avrebbe preso a calci il corpo esanime del povero Lupinetti.

Venerdì scorso (5 novembre), l’investitore ha potuto patteggiare la pena: 8 mesi di reclusione per l’omicidio colposo, 40 giorni per la guida in stato di ebbrezza, 800 euro di ammenda, pena sospesa e non menzione.

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