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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: Siamo tutti mafiosi

Ricevo (dall’autore del libro)  e pubblico.

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Perché le scrivo? Perché cerco visibilità per divulgare questa tesi e per pubblicizzare il libro

L’autore: Pasquale Faseli è nato a Raffadali (Agrigento) nel 1951 e vive a Varese, dove esercita la professione di ingegnere edile. Questo è il suo primo romanzo.

Il libro dal titolo “Siamo tutti mafiosi” appena edito da Sangel Edizioni affronta il tema della mafia sotto un altro punto di vista come si vede da quanto riportato sulla quarta di copertina del libro:
“Se in Sicilia c’è la mafia, una parte del popolo siciliano non può considerarsi innocente. Questo in sintesi il tema di fondo di questo libro. Combattere la mafia col sacrificio di migliaia di servitori dello Stato e privati cittadini è inutile. Per ogni cento mafiosi che vengono assicurati alla giustizia ce ne sono altri mille pronti a sostituirli. Non si può debellare la cultura mafiosa con la repressione di quelli che delinquono, perché costoro sono solo la punta dell’iceberg. La mafia da contrastare è quella sommersa, fatta da innumerevoli formiche mafiose che lavorano incessantemente per procurarsi vantaggi ridicoli gli uni sugli altri. Ma contro questa mafia giudici e poliziotti nulla possono. Per combattere questa mafia ci vuole…”
Visibile anche con questo link > http://eshop.sangeledizioni.com/pages/detail_pro.php?idp=49

Il libro (genere narrativo saggio romanzato), evidenzia una realtà ben nota ma poco divulgata, e cioè che la tanto decantata mafia di cui parlano di continuo i mass media non è un bubbone che affiora da una carne sana, ma un virus ben allignato nella carne. Se la mafia fosse un bubbone sarebbe stato rimosso da tempo. Ma come si fa ad estirpare un cancro, dopo che per decenni e decenni è rimasto indisturbato ad infettare ogni organo vitale? Il virus della mafia è dappertutto, sia nelle piccole che nelle grandi azioni quotidiane di buona parte dei siciliani e, quelli che non sono stati ancora infettati, vivono come dentro un campo di battaglia, spendendo ogni loro energia nel tentativo di esserne preservati.

Per combattere la mafia bisogna cominciare dal basso, da quella parte del  popolo che, con i suoi innumerevoli comportamenti mafiosi all’acqua di rose, alimenta e sostiene quella che delinque. La cultura mafiosa non è caduta in Sicilia dal cielo, ma è una produzione locale ormai largamente esportata.

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 13 dicembre 2010 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , .