Articolo aggiornato doipo la pubblicazione
Leggo sul Blog dell’Asaps:
Lo scorso 24 novembre, sul portale di Repubblica, è apparso un articolo che gli amici della rassegna stampa sul vino, birra ed altri alcolici hanno subito ripreso e riproposto a tutti noi.
Io raccolgo l’invito di Roberto Argenta e vi chiedo di partecipare a questo dibattito. Io non sono astemio. Sono un bevitore occasionale che, lo confesso, è spesso attratto dal mondo che ruota attorno alla bottiglia.
La cultura del vino, la cultura della birra, l’intellettualità di un bicchiere sorseggiato sul divano in stile davanti al caminetto finto o dopo aver salvato un’anfora dalle insidie di una tempesta ricreata, sul piccolo schermo, con un filtro color seppia, un simulatore di vento e un’accattivante voce narrante. Il risultato, poi, è sempre lo stesso e, badate bene, non parlo di stragi stradali. Parlo dell’inferno nel quale cade chi, in stato di ebbrezza, viene sorpreso alla guida. Per questo bisogna leggere quest’articolo.
È un articolo un po’ lungo – scrive Roberto Argenta – ma merita di essere letto, rende l’idea di come sia veramente difficile, anche per chi ha interesse a conoscere e si documenta, avere delle idee chiare. Soprattutto quando lo scopo è sostanzialmente bere il più possibile.
Si sta formando e diffondendo una cultura dell’etilometro. Pericolosa e subdola come la cultura alcolica. Entrambe danno l’impressione di essere meno esposti a rischi perché si conosce, o si crede di conoscere, il proprio bere. La convivenza con gli alcolici è pericolosa, se associata a una cultura del bere lo è ancora di più. Entrambi i fattori di rischio potrebbero essere quasi azzerati portando l’alcolemia consentita a zero. Leggetelo, l’articolo di cui parliamo, e lasciate pure il vostro commento.
LA REPUBBLICA online del 24.12.2010
“Io, risultato legalmente sobrio dopo aver bevuto sei bicchieri” Una tavolata con un sindaco, il comandante dei vigili urbani e – soprattutto – un etilometro. E al centro grandi vini. Un test da veri gourmet per dimostrare come in un ristorante si può bere alcol con intelligenza e poi guidare
di GIANNI MURA
24 dicembre 2010 – Applauso breve, ma cordiale. Sventolo come un trofeo il bigliettino su cui sono stampati tre numeri: 0,13. È il tasso alcolico rilevato dall’etilometro in cui ho soffiato, uno di quelli veri, in dotazione ai vigili dell’alta Vallagarina, un consorzio di sette comuni in provincia di Trento. Sono loro a fare i controlli, esattamente come li fanno sulle strade di una regione dove si beve spesso e volentieri. Chiedo di ripetere l’esame perché non ci credo.
So quello che ho bevuto: 6 bicchieri da 125 cl di quattro vini diversi, praticamente una bottiglia. Come tutti i commensali, ho scrupolosamente annotato il bere (acqua a parte): uno di spumante, quattro di rosso, uno di passito. Risoffio, esce ancora 0,13.
La prima a soffiare, la più coraggiosa nel rompere il ghiaccio, è stata Paola, mia moglie. Per non influenzarci, ci siamo seduti lontano una dall’altro, lei ha appena assaggiato il passito e dunque ha bevuto meno: ancora 0,13. Lì era scattato il primo applauso. L’organismo femminile, che sviluppa meno enzimi, in questo campo parte svantaggiato.
Continua la lettura qui > http://ilblogdiasaps.blogspot.com/2010/12/etilometro-tra-mito-e-leggenda-ce.html#more
Qui trovi il commento di SicurAuto > http://www.sicurauto.it/blog/news/sobrio-dopo-sei-bicchiedi-di-vino-su-repubblica-si-racconta-una-mezza-bufala.html
cari tutti,
l’articolo di Gianni Mura sarebbe da denuncia! Il tale signore, ignorante (nel senso che ignora)di tutto ciò che si dovrebbe sapere sulla fallacità dell’etilometro ufficiale e non, si permette di incitare la gente a bere sei bicchieri di vino mangiando e di affrontare tranquillamente la ghigliottina fraudolenta dell’etilometro. dopo lunghi studi compiuti grazie a uno dei più famosi studiosi mondiali di fisiologia polmonare ho accertato (e prodotto le prove) che l’etilometro ha un errore più grande del 50%, che può anche raggiungere l’80%. Il che vuol dire che mai sarà in grado di dare il valore dell’alcol nel sangue, ma solo nel fiato. Per passare da uno all’altro bisogna moltiplicare per un numero del tutto anti scientifico (il celebre fattore di conversione). Ovviamente l’etilometro puà sbagliare verso l’alto o verso il basso. probabilmente Gianni Mura ha avuto fortuna, oppure gli hanno fornito (a sua insaputa?) un valore basso per stimolarlo a scrivere un articolo pro-proibizionismo. Si rende conto che incita a bere e poi a essere “beccati” dalla polizia? E’ buona fede o una strategia per recuperare ancora più soldi dalle multe? Non dico altro, ma vi invito a leggere il dossier che ho preparato sulla falsità dell’etilometro, corredato da tutta la bibliografia scientifica del caso.
http://www.megaupload.com/?f=0W7NC3LC
Sono anche a disposizione per dare chiarimenti ulteriori in questa battaglia che distrugge il vino, con l’alibi di salvaguardare la guida sicura. E le droghe? Il sonno? La velocità? Chi fa qualcosa anche contro queste ben più gravi fonti di stragi?
E poi l’alcol nel sangue è quello che è, mangiando o non mangiando. Perchè in Italia regna ormai sovrana l’ignoranza e siamo pieni di tuttologi che parlano a vanvera e vengono pagati per farlo?
Vincenzo Zappalà
Da quel che ho potuto capire, Diana, la prova attraverso l’etilometro sarà stata effettuata all’incirca un’oretta dopo aver bevuto l’ultimo sorso di vino. E ripetuta per maggiore verifica, come, credo, si usi fare nei controlli stradali.
Ovviamente: sono solo supposizioni alquanto superficiali, le mie; non conosco, infatti, precisi dettagli tecnici di quel che è avvenuto in quel ristorante, dopo la cena; né, sinceramente, ho conoscenze tecnico-scientifiche sui tempi di assorbimento dell’alcol da parte dell’organismo umano. Se non che, sicuramente, ogni singolo essere umano manifesta comportamenti diversi. Situazione di incertezza, questa, che suggerisce il prudente “generale” adagio dell’astenersi dal bere se si desidera o deve guidare; come dire: nell’incertezza, meglio restar fermi piuttosto che scoprire le proprie reazioni a danno proprio o di qualcuno.
Quel che trovo, davvero, importante in questo articolo è la presenza di autorità come, soprattutto, il Comandante della Polizia Locale di quei luoghi. Presenza che io interpreto come ulteriore invito – a tutti gli automobilisti, astemi ma soprattutto a quelli amanti del buon bere – ad accettare serenamente le attuali norme vigenti sul livello massimo di alcol nel sangue permesso per poter guidare.
Inoltre, persone come Gianni Mura – che, se non vado errando, ricordo in una trasmissione di Radio Due qualche anno fa difendere il divieto di fumo nei locali pubblici perché impedisce, anche, di guastare il giusto godere sensoriale di cibo e vino – proprio con il loro invitare a gustare pazientemente e lentamente i piaceri della tavola e del vino sono tra quelli che aiutano a combattere quell’insano comportamento che tu, Diana, sintetizzi giustamente nella chiusa del tuo intervento.
Comportamento insano perché dannoso alla salute ma, anche, perché impedisce il giusto godimento sensoriale di cibo e vino, che sono parte importante del nostro bagaglio culturale.
Vino che, come è scientificamente dimostrato in ambiti medici, consumato nella giusta misura (2-3 calici al massimo, soprattutto di rosso, a pasto) contribuisce a prevenire serie malattie e a fortificare la nostra salute.
@ Francesco:
dall’articolo non sono riuscita a capire quanto tempo dopo la degustazione abbiano fatto la prova e se l’abbiano ripetuta a distanza di tempo.
A digiuno, per esempio, la concentrazione massima nel sangue si raggiunge solitamente dopo 45 min-1 ora dalla assunzione, a stomaco pieno anche un’ora più tardi. Fare qualche mano di briscola può aiutare a metabolizzare l’alcol (che alla fine, non dimentichiamolo, per noi è una sostanza tossica).. ma quanti -finora maschietti, ora anche le ragazze- vogliono invece dimostrare che loro sono superiori a certi limiti ‘stupidi’mettendosi subito alla guida?
Io trovo un aspetto positivo nell’articolo di Gianni Mura che racconta la cena-test effettuata in Vallagarina.
Ovvero: i risultati ottenuti dimostrano come siano falsità le affermazioni che ritengono gli attuali limiti all’alcol stabiliti dal Codice della Strada penalizzanti per chi vuol godersi un sano e moderato bere, inteso soprattutto come godimento e piacere sensoriale.
Vedo questo test e il racconto dei risultati da esso scaturiti come la smentita a tutte quelle crociate di violento dissenso nei confronti di questa norma e nei confronti dell’auspicare più controlli possibili attraverso gli etilometri sulla strada.
Dissensi che raggiunsero anche punte di tragicomica drammaticità, come quando l’allora ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia affermò che sarebbe stata la spallata definitiva a un comparto, quello vitivinicolo, già in forte crisi di vendite e guadagni, finendo pure con guastarne l’immagine attraverso l’accoppiata due bicchieri di vino = patente ritirata.
Ovviamente: adottare attivamente e far proprio come comportamento slogan “Se devi guidare, non bere” – non bere davvero nulla, neppure un bicchiere di qualsiasi cosa contenga alcol – è sempre la soluzione migliore, individuando di volta in volta, quando si esce a cena fuori, una persona della compagnia che non beva per guidare. Oppure, se possibile, utilizzare mezzi pubblici.
Però: questo articolo, a mio avviso, spezza una giusta lancia in favore dell’uso, consigliato dal CdS, degli etilometri nei ristoranti.
Se si beve vino responsabilmente – ovvero con calma, gustandolo come si deve, assaporandolo lentamente in accompagnamento a buoni cibi e alzandosi da tavola non prima di mezz’ora dopo aver bevuto l’ultimo sorso, valutando anche le proprie condizioni psico-fisiche, cioè se si è riposati e non stressati, avendo dormito bene le notti precedenti – si può farlo ancor più serenamente sapendo che dopo, prima di uscire, ci si può sottoporre all’etilometro onde capire se è il caso di avviare un motore o meno.
Per esempio, verificare dopo cena il proprio stato con gli etilometri, esageratamente “ridicolizzati” dai detrattori del nuovo CdS, da tenere nei ristoranti può suggerirci di aspettare magari un’oretta prima di muoversi: farsi una passeggiata, una chiacchierata, prendersi un caffè (non so, però, se aiuta a smaltire l’alcol), giocare quattro-cinque mani di briscola, non mettersi proprio in viaggio e restare a dormire, qualora ce ne fosse disponibilità, nella locanda annessa al ristorante o in quella dietro l’angolo…
Insomma: io lo vedo come la smentita per chi drammatizza un CdS più severo e controlli più solerti e un invito a comportarsi con maggiore responsabilità, rallentando i propri comportamenti in favore di un godere più pacato, calmo, riflessivo, attento, controllato.
Ho letto l’articolo di Mura di cui si parla e sebbene nel complesso, sia di parte, ho notato che si fanno alcuni distinguo, tuttavia mi nasce la solita domanda ovvero servirà a far capire a chi beve che l’alcol è pericoloso oppure no?
Secondo me, troppe persone leggono solo quello che gli fa comodo e cercano le prove che sostengano le loro tesi, ignorando quelle che le demoliscono. Debolezza umana, per carità.
Molti di coloro che scrivono di sicurezza stradale basano le fondamenta dei loro scritti sul fatto che una persona di buonsenso sia in grado di capire e talvolta interpretare il messaggio contenuto nel testo.
Ma qui casca l’asino, molti non solo non sono dotati di buonsenso, ma hanno la presunzione di averlo, quindi non si sentono tirati in causa quando si parla della pericolosa accoppiata “alcol & guida”.
E si torna all’uso scorretto di una parte dei concetti, da usare a sostegno delle proprie tesi e stili di vita.
Però temo che articoli di questo genere diano l’alibi a molti bevitori come, ad esempio, quando distingue il bevitore di alcolici da quello di vino. Sicuramente vero che 2 bicchieri di vodka non sono 2 bicchieri di Barbaresco, ma vero anche che non deve passare il messaggio che chi beve vino, può farlo in relax.
Sicuramente trovo pericolosamente fuorviante un’affermazione come questa: “Ma il solo segreto, oltre alla moderazione, è il gusto della convivialità, il passare un paio d’ore rilassate apprezzando il cibo e il vino. L’importante è bere mangiando”
Ecco l’alibi preconfezionato per gli irriducibili ovvero: “ma mica bevo a stomaco vuoto…”
Se vogliamo essere onesti fino in fondo, è meglio dire che il vero segreto è non quello di non bere; certo, piuttosto è meglio che niente, per cui accettiamo di bere in maniera realmente moderata ovvero un solo bicchiere e via andare.
Ed in questo potrebbero fare la loro parte i ristoratori, offrendo ad esempio la bottiglia piccola di vino (33 cl in genere), meglio se a prezzi onesti, o, meglio ancora, alla possibilità di consumare un calice di vino, cosa questa che noi facciamo abitualmente quando usciamo a pranzo. Un bicchiere e basta.
Non possiamo sperare di passare da un consumo “medio – alto” di vino al ristorante a zero. Si deve fare per gradi e questa mi sembra una via giusta. Cominciamo a ridurre il consumo e poi vediamo se si riesce a cambiare la cultura…
Obiettivamente un pensiero però lo dedico anche all’etilometro usato per le prove. E’ possibile che 6 bicchieri di vino diano un misero 0,13?
Da tempo faccio “vita ritirata” 😉 per così dire, per cui non partecipo a cene e festeggiamenti vari, ma anni fa di persone che si mettevano alla guida dopo abbondanti bevute di vino ne ho viste.
Una volta “da giovane” è successo anche a me, a casa di amici, di esagerare con un bel bianco che andava giù che era un piacere…per poi ritornare a casa in moto (!).
3 soli km in città, a 10 kmh, con entrambi i piedi giù, visiera aperta per far entrare l’aria notturna e 10 minuti per riuscire a mettere la moto sul cavalletto quando sono arrivato.
Ora rido, seppur a denti stretti, perchè non è stato un bel momento ed altrettanto brutto è il pensare che gli amici (automuniti) stavano lì a sghignazzare divertiti dal mio impaccio. Sarebbe stato molto più saggio (ed amichevole) dirmi: Lascia la moto, sono 3 km., ti porto a casa io.
Ora che ho fatto un doveroso outing, credo sia importante far passare un messaggio che non conceda alibi a nessuno ed invece ci porti alla consapevolezza che “auto & alcol” in genere devo restare su piani separati.
In questo caso l’iniziativa del “guidatore sobrio” credo possa essere valida, ma non solo per i giovani, per tutti.
Ma siamo circondati da “veri uomini” che stanno in mezzo all’autostrada, pur di non percorrere la corsia del disonore (che io percorro abitualmente).
Quanti “veri uomini” ammetteranno mai il disonore di non reggere 3 o 4 bicchieri di vino?
Perderanno forse il rispetto degli amici (chiamali amici, se ti va…) quando a cena diranno: “Devo guidare, bevo solo acqua…?“