L’eccessivo consumo di sale aggiunto agli alimenti è uno dei principali squilibri dietetici che causano le malattie del metabolismo. Perciò ci sono molte ricerche per sostituirlo con altre sostanze meno ricche di sodio, ma altrettanto capaci di insaporire i cibi.
Un recente studio, pubblicato su Food Research International, suggerisce l’impiego di un mix di estratti vegetali: piante (Batis o Saltwort, famiglia delle Batacee, alghe (“sea tangle”, famiglia delle Laminarie) e funghi (Lemtinus sedodes).
Il suo utilizzo nelle produzioni alimentari potrebbe consentire una riduzione di sodio fino al 43 per cento, senza compromettere il sapore, secondo Gyu-Hee Lee, coordinatore della ricerca condotta dal Department of Food Science & Biotechnology all’Università di Woosong, in Corea del Sud.
Il fabbisogno giornaliero di sodio è di circa 0,5 grammi. L’apporto eccessivo favorisce ipertensione e malattie cardiovascolari. Circa un quarto degli adulti deve fronteggiare l’ipertensione, fattore di rischio per malattie circolatorie e infarto.
Il sodio è naturalmente presente in tutti i cibi, e viene aggiunto in quelli trasformati anche come conservante (basti pensare ai salumi), oltre che come esaltatore di sapore. I ricercatori notano che una riduzione da parte dell’industria alimentare non è così semplice: occorrerebbe anche “rieducare” il palato dei consumatori a gusti meno sapidi.
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