Solo pochi giorni fa, a Radio Deejay, è intervenuto un ristoratore bresciano che spiegava i dettagli di una cena in programma nel suo ristorante, completamente a base d’insetti; sentire il menù e la descrizione dei piatti non mi ha fatto venire l’acquolina in bocca 😉
Oggi su Il Fatto Alimentare leggo questo articolo…
Perché le cicale di mare sì e quelle di terra no? Perché “les escargots” – ossia le lumache – sono cibo da gourmet mentre un piatto di grilli fritti ci fa senso? Gli insetti sono un tabù alimentare molto forte in Occidente, dove pure consumiamo con grande golosità molluschi e crostacei che, in fondo, spesso non sono molto dissimili nell’aspetto.
Eppure, la Fao (l’agenzia dell’Onu che si occupa di agricoltura e alimentazione) già nel 2008 aveva raccomandato – attraverso un seminario di studi tenutosi in Thailandia – il consumo di insetti al posto della carne per ragioni ecologiche ed economiche: falene, grilli, formiche e cavallette potrebbero contribuire a ridurre la fame nel mondo, lo sfruttamento dei terreni agricoli e la produzione di gas serra causati dall’allevamento del bestiame. Un messaggio non di poco conto, al quale però l’Europa, almeno fino a oggi, ha fatto orecchio da mercante.
Il quotidiano francese Le Figaro ha ripreso il tema in un articolo del 20 gennaio, perché la Fao ha di recente rilanciato l’idea, durante il congresso della Royal Entomological Society inglese.
Un centinaio di paesi nel mondo portano a tavola abitualmente grilli, larve varie, insetti, formiche. Più di 1.400 specie commestibili sono consumate quotidianamente in Africa, Asia o in America centrale da 2 miliardi e mezzo di persone.
L’ente Onu oltre a battersi perché l’alimentazione tradizionale non venga abbandonata a favore di un modello occidentale che privilegia la carne rispetto ai cibi vegetali, negli ultimi anni ha cominciato a farsi promotrice di una campagna di informazione perché anche i paesi più sviluppati si convertano a questa fonte di proteine a buon mercato, sano e rispettose dell’ambiente.
«Arriverà un giorno in cui coloro che mangiano gli insetti saranno più numerosi di quelli che mangiano carne», ha previsto l’entomologo Arnold van Huis, durante una recente conferenza in Olanda. Per questo fervente sostenitore del dell’entomofagia il costante aumento della popolazione mondiale combinato con la diminuzione delle superfici coltivabili – dovuto al riscaldamento globale e alla desertificazione – non è compatibile a lungo termine con il largo consumo di carne di oggi. L’allevamento di insetti, che per loro natura hanno molto meno bisogno di risorse alimentari, è un’alternativa valida. Per produrre un chilo di insetti bastano 2 chili di vegetali. Per un chilo di carne, ne occorrono dieci.
Dal punto di vista della salute, mangiare insetti è sicuro. Inoltre, senza saperlo, sembra che in realtà già oggi mangiamo 500 grammi a testa di insetti in media, dato che parte della frutta e verdura utilizzata nell’industria è contaminata da vermi, dice Marcel Dicke, capo del dipartimento di entomologia di un’università olandese. Marmellate, succhi, minestre contengono tracce di insetti senza che ci sia alcun problema….
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