Leggo su Il Fatto Alimentare
Il rapporto tra betaglucani e livelli di colesterolo nel sangue sta per essere esaminata a Bruxelles dal Gruppo di lavoro della Commissione con gli Stati Membri che segue l’applicazione del c.d. “regolamento claims” (reg. CE n. 1924/06) .
L’orientamento è di ammettere l’indicazione sulle etichette dei prodotti alimentari che associano i beta-glucani presenti nell’orzo e nell’avena al mantenimento dei livelli normali di colesterolo sanguigno quando una porzione del prodotto ne contiene almeno 0,75 g.
Il Fatto Alimentare ha seguito con attenzione la questione e le decisioni adottate nel mese di dicembre dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa), secondo cui la dose raccomandata di almeno 3 g complessivi di betaglucani al giorno, deve venire raggiunta non attraverso il consumo di un unico alimento, bensì nell’ambito di una dieta varia ed equilibrata che appunto comprenda diverse porzioni di cibi che ne contengano.
Peraltro la dose di 0,75g (pari al 25% della RDA, “Recommended Daily Allowance”) permette anche di soddisfare le esigenze di accettabilità, dal punto di vista sensoriale, degli alimenti nei quali tale fibra solubile sia aggiunta: come ogni fibra alimentare, i betaglucani influenzano infatti in modo peculiare le caratteristiche degli impasti.
Per queste ragioni dovrebbe esere probabile che le stesse condizioni d’uso vengano stabilite per l’utilizzo del “claim” che associa l’apporto dei beta-glucani alla riduzione del colesterolo sanguigno ( sempre sulla base di un’apposita valutazione favorevole dell’Efsa di fine 2010 (EFSA Journal 2010; 8(12):1885).
La decisione del Gruppo di Lavoro costituito presso la Commissione permetterà finalmente di risolvere una serie di incertezze che si sono riscontrate nella fase di applicazione transitoria del regolamento.